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Pubblicato il bando per l’agricoltura biologica, domande entro il 15 maggio

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grano-biologicoOssigeno per le Aziende Agricole Biologiche della Provincia di Enna; soprattutto quelle che sono rimaste prive dei contributi del bando 2013, per una discutibile interpretazione dell’erogazione degli aiuti comunitari da parte dell’Assessorato Regionale, poi sconfessata dal Tribunale Amministrativo Regionale. Il panorama dell’agricoltura biologica in Sicilia è in continua espansione. Valida alternativa ai metodi di agricoltura tradizionali, il comparto bio ha conosciuto un notevole sviluppo fin dal 1992 quando, con l’entrata in vigore della normativa comunitaria sull’agricoltura biologica, si è assistito alla conversione di numerose aziende a questo sistema di coltivazione, grazie a una maggiore consapevolezza dei prodotti ottenuti con metodi biologici e al conseguente aumento della domanda da parte dei consumatori. Oggi la Sicilia è una delle regioni che vanta il maggior numero di basi produttive con più di 8.000 aziende di produzione primaria, circa 500 imprese di trasformazione e oltre 170.600 ettari di territorio coltivato.

Da qui, la comprensibile preoccupazione degli operatori nei settori dell’agricoltura e della zootecnia di tipo biologico per i ritardi da parte dell’Unione Europea nell’approvazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020.

Misura 11 “Agricoltura Biologica” PSR 2014-2020

Le politiche agricole in questione, ancora al vaglio di Bruxelles, concepite per lasalvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare, verranno comunque garantite grazie all’emanazione del bando inerente la Misura 11 “Agricoltura Biologica” da parte della Regione Siciliana. Al fine di non disperdere la continuità con il precedente ciclo di programmazione 2007-2014, l’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, insieme alla dirigente generale del Dipartimento, Sara Barresi, ha autorizzato l’attuazione della Misura 11 su tutto il territorio dell’Isola nell’intento di non penalizzare, in termini di tempo e produzione, gli operatori del comparto biologico.

“Abbiamo deciso di anticipare i tempi rispetto all’approvazione del PSR – ha spiegato Caleca a AdnKronos – per non fare gravare sugli agricoltori siciliani ritardi amministrativi non imputabili alla Regione Siciliana. I tempi della natura spesso non sono compatibili con quelli della burocrazia e con questa scelta evitiamo di perdere un’annualità del biologico”.

Il bando relativo alla Misura 11 “Agricoltura Biologica”

Il bando, pubblicato in data 24 aprile 2015, ha come finalità ultima l’attivazione delle domande di aiuto inerenti la Misura 11 per l’anno 2015, garantendo come tipologie di intervento sia la conversione all’agricoltura biologica di aziende agricole tradizionalmente intese, sia il mantenimento delle imprese già operanti nel settore. Su una dotazione complessiva di 210 milioni di euro, il bando ne destina 50 alle aziende che puntano alla conversione al biologico e ben 160 milioni a quelle che scelgono l’implementazione della propria attività nel comparto.

Potranno partecipare al bando gli agricoltori “attivi” sia singoli che associati, ovvero gli imprenditori a titolo principale, i coltivatori diretti e i possessori dipartita Iva nel settore agricolo.

La domanda va presentata entro il 15 maggio 2015 per via telematica utilizzando il servizio disponibile sul sito del portale SIAN, o per il tramite del CAA presso il quale è affidato il fascicolo aziendale, ovvero mediante i tecnici agricoli abilitati in esecuzione alle apposite convenzioni stipulate con l’Amministrazione regionale.

Ma qual è il panorama attuale dell’agricoltura biologica in Sicilia?

A occupare il primo posto in Sicilia tra i principali indirizzi produttivi a carattere biologico, vi sono senz’altro i seminativi a cui sono destinati oltre il 40% della superficie biologica totale, divisa tra foraggiere, leguminose e coltivazioni di grano duro. Queste ultime occupano complessivamente circa 22 mila ettari, coinvolgendo i comuni di Enna, Calascibetta, Villarosa, Troina, Regalbuto, Agira e Piazza Armerina nell’ennese e i comuni di Castel di Judica, Vizzini, Ramacca in provincia di Catania.

Grandissimo rilievo viene dato all’olivicoltura, soprattutto in vista della produzione di olio extravergine, con una superficie dedicata di circa 10.500 ettari, di cui il 25% del totale è situato nella provincia di Palermo, il 20% nel messinese e il 14% nell’ennese.

La viticoltura con i suoi oltre 7.600 ettari, in gran parte orientati alla produzione di uva da vino, rappresenta il 4,5% circa della superficie biologica della regione, con il 50% della produzione localizzata soprattutto nella provincia di Palermo e nel trapanese. Solo il 5% della produzione viticola ricade sul territorio catanese.

Seguono, in estensione, le superfici investite a coltivazione biologica di frutta fresca, con circa 7.600 ettari, i 5.800 ettari destinati alla frutta secca, una superficie agrumicola di oltre 3.600 ettari e quella orticola di circa 2.400.

Tuttavia, nuove possibilità imprenditoriali non sono rappresentate esclusivamente dallo sviluppo di attività di tipo agroalimentare biologico, ma anche grazie all’utilizzo delle ultime frontiere delle attività agro-energetiche. Nuovo laboratorio di ricerca nazionale e non solo, il settore della bioeconomia debutta anche a Caltagirone, nel catanese, grazie alla società Renovo che ha progettato un impianto per la produzione di energia elettrica e termicaalimentato a biomassa ottenuta dagli scarti agroforestali del territorio. Tale impianto contribuirebbe alla realizzazione di una filiera per la produzione di biomateriali per la bioedilizia. Un distretto di bioeconomia, quello del calatino, che trarrebbe i migliori risultati dalle risorse ambientali, integrando la realtà agricola e industriale con quella dell’ambiente e della ricerca.

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