A Catania sono arrivati i manifestanti anche delle province di Caltanissetta, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa con una trentina di pullman. Ventimila presenze e una adesione del 90 per cento. Questi i numeri della settima piazza italiana nella giornata di mobilitazione generale della scuola contro la Riforma Renzi.
Un lungo serpentone partito questa mattina intorno alle 10, che si è snodato da Corso Italia e Viale XX Settembre, fino a Piazza Roma, dove è stato allestito il palco per il comizio. Si sono alternati gli interventi di Giusto Scozzaro segretario generarle Flc Cgil Sicilia, Antonella Distefano, segretario generarle Flc Cgil Catania, Rosa Mongillo per la Cisl nazionale, Giuseppina Digiacomo, per lo Snals nazionale e Filippo Tortorici, per Gilda nazionale. E poi, i segretari di categoria provinciali Giuseppe Denaro, Cisl Scuola, Salvo Mavica, Uil Scuola con Giacomo Parisi, segretario generale Uil, e Giovanni Tempera Snals. A prendere la parola anche il giovane Roberto Ferrara, della rete studenti medi Sicilia. “Una riforma che non ci piace perché non parla di diritto allo studio, non è frutto di una visione collettiva, non viene dal basso non è condivisa – ha sottolineato – la buona scuola non è quella di Renzi perché non è una azienda dove si fa guerra tra precari e immessi in ruolo”.
“Una grande testimonianza di protesta contro questa legge, una partecipazione massiccia – ha detto Giusto Scozzaro –il governo dovrebbe avere un momento di ripensamento e di umiltà” .“Con questa riforma l’Italia rischia di non avere più una scuola – ha aggiunto Antonella Distefano –i dirigenti scolastici saranno dei manager di una azienda” . “Una bellissima manifestazione– ha commentato Rosa Mongillo –Questa riforma non ci piace perché è fatta senza conoscere la scuola. Ci sono contatti con il Parlamento per apportare delle modifiche al ddl, vedremo e verificheremo on molta attenzione “.
”La città di Catania ha risposto alla grande, esprimendo il no a una riforma ingiusta che penalizza il personale della scuola, crea discordia, dà poteri esagerati ai dirigenti scolastici e non sana il precariato – ha sintetizzato Giuseppina Di Giacomo–noi non dobbiamo perdere questa unità e lottare tutti insieme per una scuola pubblica di qualità”.
“Non è una riforma è un meccanismo che mira a destrutturare la scuola pubblica, non ci sono risorse e si spaccia per assunzioni le immissioni in ruolo a cui il governo è obbligato per sentenza europea” ha concluso Filippo Tortorici.
Palermo, concentramento alle 9 a piazza Marina da dove è partito il corteo che attraversato corso Vittorio, via Roma, via Mariano Stabile, via Ruggero Settimo per fermarsi in piazza Verdi. Al governo si chiede un decreto urgente per assumere tutti i precari della scuola e ulteriori investimenti per migliorare la qualità dell’offerta formativa.“Dalla Sicilia, regione col 25% di dispersione scolastica, la logica del ddl sulla -Buona scuola-. appare ancora più miope. Qui infatti abbiamo problemi di tutti i tipi e nessuno di questi viene affrontato: da quello del tempo scuola a quelli che riguardano la sicurezza degli edifici o le classi sovraffollate e non ultimo quello di 20 mila precari che aspettano da troppo tempo” ha aggiunto il generale della FLC CGIL Sicilia, Giusto Scozzaro, in prima fila nello sciopero generale della scuola proclamato dalle 5 sigle sindacali. Una mobilitazione alla quale stanno aderendo l’90% delle scuole siciliane.
“Lo scontento è infatti grande – ha commentato Scozzaro – rispetto a un progetto che non rende chiaro quale profilo di scuola si voglia affermare, del quale noi chiediamo la modifica radicale. Occorre cancellare – aggiunge – gli enormi poteri attribuiti ai dirigenti, stralciare il piano di assunzioni, tornare a una scuola democratica e partecipativa”. «Siamo per la partecipazione e contro l’uomo solo al comando, tratto, quest’ultimo, che registriamo nel percorso del ddl di ‘non’ riforma della P.A così come nel provvedimento impropriamente definito ‘la buona scuola’». Lo ha affermato il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori.
«Le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola – spiega la sindacalista – sono le nostre stesse ragioni. Si tratta, infatti, di lavoratori pubblici che da anni subiscono vere e proprie ‘torture’ mentre si sviliscono progressivamente diritti e tutele».
Sono sette le città coinvolte nelle manifestazioni di protesta contro il ddl di riforma della scuola: Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma. Le piazze di Bari, Milano e Roma, in particolare, vedono la presenza sul palco dei segretario generali dei sindacati: Domenico Pantaleo (Flc Cgil) e Massimo Di menna (Uil) a Roma, Fracesco Scrima (Cisl) e Marco paolo Nigi (Snals Confsal) a Milano e Rino Di Meglio (Gilda) a Bari. È prevista anche, dicono i sindacati, la presenza dei segretari generali delle confederazioni. «Sette grandi manifestazioni per dire l’ennesimo no a una riforma che vuole tutto meno che una buona scuola.
di valeria maglia