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Mirello Crisafulli: il “Re della Repubblica” di Enna
— 15 marzo 2015 | |Vladimiro Crisafulli, ex assessore regionale e ex senatore Pd, coordinatore provinciale del partito, ha un appeal senza tempo. Nessuno è riuscito ad “archiviarlo” o a rubricarlo da qualche parte, nonostante inchieste della magistratura e “processo” interno al Pd.
Mentre lo dipingono a tinte fosche, per via di una indagine sulle sue cattive frequentazioni, e la sua permanenza nel Pd pare in bilico, Vladimiro, più noto come Mirello, conquista consensi a palate dentro e fuori il partito, raggiungendo risultati renziani nella “Repubblica” di Enna.
I problemi seri sono nati fuori dai confini della “repubblica”: la provincia che ha tenuto a battesimo, politicamente, Mirello, è stata ripagata generosamente con il quarto polo universitario della Sicilia, la Kore.
A seconda delle stagioni politiche Mirello diventa un caso, nel bene o nel male. E quando esterna una ambizioni, o qualcuno dei tanti amici ennesi lo fa per lui, i giornalisti gli girano attorno come mosche, e nel Pd ritorna il dibattito fra i “pro” e i “contro”.
A due mesi dalle amministrative a Enna, Mirello torna candidato. Lui nega, troppo presto per ammetterlo, i suoi amici lanciano ballon d’essai per saggiare il terreno, anzi le nuvole.
Il clima è cambiato. Finora c’erano nemici potenti a sbarrargli la strada, ora invece dai vertici del partito, in Sicilia, giungono incoraggiamenti e pacche sulle spalle. I renziani di Sicilia non fanno barricate, tanto è vero che Mirello ha ricevuto nella sua Enna, il presidente dell’assemblea Pd, Marco Zambuto, con cui si è intrattenuto felicemente. E Fausto Raciti, il segretario regionale, è stato chiaro. La candidatura di Mirello deve essere discussa sul piano politico, non altro. Che è un lasciapassare inequivocabile.
Voci contrarie? Ancora niente. Nemmeno l’ex antico acerrimo nemico, il senatore Giuseppe Lumia, si è fatto vivo. Troppo presto, è vero, ma in passato il fuoco di sbarramento cominciava con largo anticipo. Lumia in Sicilia è più un leader del Megafono, il movimento di Crocetta, che del Pd. E il governatore, in passato al suo fianco nelle battaglie di “principio” sul partito, ha ben altro di cui occuparsi a Palazzo d’Orleans.
Tira aria buona, insomma. E il cambio di clima fa notizia, visti i precedenti, tanto che il Corriere della Sera si è occupato della vicenda, molto siciliana. Nell’intervista, firmata da Alessandro Trocino, Mirello dà il meglio di sé: irriverente, scanzonato, sicuro di sé, ironico.
Raciti ha detto che non sono accettabili riserve su di lei che non siano politiche, osserva Trocino. «E che c’è di strano? Sono ancora a piede libero”, risponde Mirello, tagliando corto. “C’era un procedimento e si è chiuso. Mi vanto di non aver subito nessuna condanna. Anzi, una sola: dopo una manifestazione per far aprire l’università di Enna, dieci anni fa».
Tricino incalza, con l’intenzione di ottenere una reazione forte. Pif ha invitato il Pd a buttarla fuori «a calci», accusandola di «frequentare» boss, gli fa notare. E l’ex senatore, per nulla impressionato: «Pif? Non è del Pd. Si meravigliava e ora non si meraviglia più. Si vede che gli piace il Pd di Renzi».
Trocino resta a mani vuote e decide di volare alto. Mirello appartiene alla minoranza del Pd (che è maggioranza in Sicilia), e cioè alla sinistra. A lei non piace Renzi? Domanda. «Non ho detto questo. Ma non sono renziano, mai stato. Vengo dai Ds, ho votato Cuperlo, sto per Cuperlo». E poi aggiunge: “Riabilitato? Ma quale riabilitato, sono coordinatore del Pd di Enna da due anni. E poi, guardi, sono in circolazione da tanto tempo. Secondo lei vado bene per fare il coordinatore Pd ma non per fare il sindaco… Sono coordinatore provinciale del partito con l’86 per cento dei voti”. Tanti, quasi un plebiscito, commenta il giornalista. E lui: «Tanti? Lei crede? Io, per la verità, mi aspettavo molto di più. Comunque, ci adopereremo per riconquistare la città. L’anno scorso prendemmo il 45 per cento. Quanto prese Renzi? Meno eh?».
Rassegna Stampa da Siciliainformazioni.com