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“Fiducia in cosa?” di Luca Galante
— 29 novembre 2015 | |L’Istat ha diffuso i dati sulla fiducia dei consumatori nel mese di novembre ed è la più alta da oltre venti anni. Il governo non ha perso l’occasione di rimarcare come, anche dal punto di vista psicologico, si notino i benefici dell’attività di governo e, a stretto giro, il ministro Poletti ha detto che si deve valutare il superamento del numero di ore di lavoro nell’ambito del rinnovo dei contratti sperando forse, con la prossima messe di dati positivi dell’Istat, di puntare sulle piantagioni di cotone sullo stile dell’Alabama del diciannovesimo secolo. Un modo come un altro per rilanciare l’agricoltura.
L’Istituto di statistica ci dice che gli italiani hanno fiducia, ma dove trovano gli italiani motivo di tanta fiducia?
Siamo precipitati in una realtà simile al Giappone anni ’80 dove un neo laureato aveva in media sei offerte di lavoro tra cui scegliere e abbiamo abbandonato la nostra nella quale un neo laureato deve emigrare per trovare un lavoro decente? No
I servizi (sanità, scuola, trasporti, giustizia…) stanno elevando i loro standard qualitativi in maniera sensibile? Assolutamente no
Sta forse migliorando il senso di sicurezza e la qualità complessiva di vita dei cittadini? Neanche per idea
Si stanno forse vedendo gli effetti della lotta alla povertà? O le condizioni dei pensionati stanno cambiando in meglio? Purtroppo no
Abbiamo forse un governo forte, magari democraticamente eletto, che con una maggioranza solida porta avanti un chiaro programma di governo preventivamente concordato con gli elettori? Magari. Il solo pensiero fa sorridere.
Cari signori, quella che avete malamente inteso come fiducia è semplicemente stanchezza. Stanchezza di protestare, di combattere, di lamentarsi… e questa stanchezza ha fatto arrendere gli italiani alla speranza che ha generato fiducia. Non una speranza fondata su dati di fatto, ma semplicemente una speranza senza alternative.
Dott. Luca Galante