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Saro da Gela contro tutti: “non mi dimetto, il PD mi sfiduci”

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crocetta“Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti”. Crocetta dalla sua casa di Tusa non è riuscito a stare zitto nemmeno il pomeriggio del 19 luglio giorno del 23esimo anniversario della strage di via D’Amelio, comunicando all’Ansa la sua decisione, che ieri lo vedeva pronto ad un passo indietro se il PD glielo avesse chiesto.

Sempre ieri aveva già disegnato teorie complottiste che arrivano fino ad ipotizzare l’intervento dei servizi segreti nella costruzione dello scoop dell’espresso smentito dal procuratore Lo Voi; “Il governo nomini subito una commissione d’inchiesta per accertare quali servizi deviati e quali poteri oscuri abbiano tentato di farmi fuori – aggiunge – Ieri l’ho chiesto al ministro degli Interni Alfano”.

Poi continua: “Qualcuno ha voluto mettere a segno un golpe, volevano determinare le mie dimissioni o il mio suicidio. E trovo assurdo che organi istituzionali abbiano espresso giudizi senza fare le dovute verifiche con la Procura”.

Infine arriva la minaccia al suo partito: “Il Pd mi sfiduci, così si renderà complice dei golpisti e passerà alla storia come il partito che ha ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana”.

Per Crocetta quanto detto da Lucia Borsellino, quando ribadito da Manfredi Borsellino ieri davanti al Presidente della Repubblica, il fatto che è stato indicato come persona indesiderata alle manifestazioni per il ricordo del giudice ucciso dalla mafia, non ha alcun significato. Saro da Gela, impavido e spavaldo va avanti contro tutto e contro tutti, anche contro il PD, “il suo partito”.

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