Avviso di Garanzia e perquisizione degli Uffici per Antonello Montante
La procura di Caltanissetta ha notificato un avviso di garanzia al presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, delegato nazionale per la legalità. L’imprenditore è indagato per i suoi presunti rapporti con il boss Vincenzo Arnone, che fu suo testimone di nozze. Nell’atto d’accusa dei pm, quattro pentiti e la testimonianza di un imprenditore.
Le perquisizioni di prima mattina, nelle abitazioni e negli uffici dell’imprenditore; i pm ipotizzano nei suoi confronti il reato di concorso in associazione mafiosa. “Daremo ogni contributo all’indagine”, hanno commentato i legali di Montante, gli avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano.
A carico di Montante i pm di Caltanissetta portano anche la testimonianza dell’imprenditore nisseno Massimo Romano, a cui Montante avrebbe chiesto di cambiare in banconote di piccolo taglio una grossa somma di denaro: “Tra i 100 mila e i 300 mila euro”, ha detto Romano, “tra molte reticenze” scrivono i pm. La richiesta sarebbe avvenuta “tra il novembre e il dicembre 2014”. Secondo la ricostruzione del procuratore aggiunto Lia Sava e del sostituto Stefano Luciani, Montante potrebbe aver creato “risorse economiche occulte” utilizzate anche da esponenti mafiosi.
Secondo i legali di Montante: “Questo è un avviso di garanzia che fa chiarezza. Avendo finalmente letto il capo di incolpazione che sta alla base dell’indagine della Procura di Caltanissetta, il nostro assistito, con ancora più forza, ribadisce la più assoluta estraneità ad ogni ipotesi delittuosa”. I legali continuano riferendosi agli accusatori di Montante “Sono personaggi mafiosi che lo stesso Montante ha contribuito a colpire duramente sia sotto il profilo della libertà personale che dell’illecito arricchimento”.
Secondo la Procura Montante sarebbe colpevole “Per avere concorso nelle attività dell’associazione mafiosa mettendo in modo continuativo a disposizione in particolare di Vincenzo e Paolino Arnone (consigliere e reggente della famiglia mafiosa di Serradifalco, ndr) la propria attività imprenditoriale consentendo al clan di ottenere l’affidamento di lavori e commesse anche a scapito di altri imprenditori, nonché assunzioni di persone segnalate dagli stessi, ricevendone in cambio il sostegno per il conseguimento di incarichi all’interno di enti e associazioni di categoria, la garanzia in ordine allo svolgimento della sua attività imprenditoriale in condizioni di tranquillità, senza ricevere richieste di estorsioni e senza il timore di possibili ripercussioni negative per l’incolumità propria e dei beni aziendali, nonché analoghe garanzie per attività riconducibili a suoi familiari e a terzi a lui legati da stretti rapporti”, reati che sarebbero stati commessi dal 1990.