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Pietrangelo Buttafuoco prossimo cittadino onorario di Nissoria

Foto Signorelli Buttafuoco Glorioso La Roa

  Come anteprima la benedizione della piazza Duomo da parte del parroco Orazio Macchione e come finale a sorpresa l’esibizione della soprano Ina Leonardi dal possente e agile timbro vocale e del maestro di clarinetto e sax Giovanni Leonde, domenica 23 luglio appena trascorso, lo scrittore – giornalista Pietrangelo Buttafuoco, rispondendo ad una serie di domande di Salvo La Rosa sulla sua vita e sull’ultimo suo libro “I baci sono definitivi”, ha entusiasmato i nissorini tanto da essere avvicinato da parecchi di loro alla fine della sua brillante conversazione e all’annuncio del sindaco Glorioso di nominarlo cittadino onorario di Nissoria.

  La notizia di ricevere la cittadinanza ha sorpreso Buttafuoco, che, commosso e grato, ha abbracciato il sindaco per l’onore e la stima manifestatagli.

  Introdotta dal giovane studente universitario Marco Signorelli, la magnifica serata all’insegna della cultura e della bella musica ha avuto inizio con l’invito del sindaco Armando Glorioso di “creare il bello attorno a noi, perché la bellezza è propedeutica allo sviluppo di un territorio”.

  Alla prima domanda di Salvo La Rosa su “tornare a casa che vuol dire?” Pietrangelo Buttafuoco ha così risposto :”La costruzione del futuro è ritornare alle origini e accorgersi quanto è bella la nostra terra. I nostri figli possono trovare qui il loro futuro, perché la bellezza è l’industria più significativa e produttiva. Il futuro del mondo si costruisce nel Mediterraneo e la rabbia che ti monta è che nessuno riesce a cogliere questa bellezza.”.

  Alla successiva domanda di La Rosa di “quando sei fuori, se hai la voglia di tornare a casa”, Buttafuoco ha dato la seguente risposta: “Quando sei fuori, c’è la voglia di tornare. Con il cuore e la mente torni sempre, ma provi l’amarezza che i nostri maggiori rappresentanti, che sono siciliani, stanno fuori, non dentro, questa terra da salvare e redimere, che merita tutto il nostro amore”.

  Per Buttafuoco è meglio parlare d’amore, come ha fatto nel suo libro, che di politica, specialmente “quella tutta clientele e della pantomima che è stata la soppressione delle province siciliane. Governare la Sicilia con il ricatto del consenso elettorale è impossibile. L’autonomia non è servita a nulla, ha portato allo sfascio. Per far funzionare e sviluppare la Sicilia come accade nelle regioni del Nord d’Italia, ci vuole un commissario per almeno un decennio”.

  Alla domanda sul libro e su che cosa “vuol dire che i baci sono definitivi”, Pietrangelo ha replicato in questo modo: “Il titolo l’ho preso osservando, guardando la realtà. Facendo il pendolare tutti i giorni, stando dentro tanta gente, ho incontrato due donne, una delle quali sfodera un tatuaggio sontuoso e assai impegnativo, cancellabile perché è solo tinta di henné, quando per un uomo seduto accanto soltanto i baci sono definitivi”.

  Una curiosità, la sua, da giornalista, di “cogliere le discussioni degli altri, la storia di due che si innamorano, incontrandosi, di cui uno resta e l’altro va via, perché la vita che incontriamo, è la sorpresa che apparecchia la nostra vita”. La piazza, il luogo degli incontri, delle discussioni, anche questa piazza appena inaugurata, è il vero progetto politico in assoluto.

  Alla domanda di Salvo La Rosa se il suo pesante cognome avesse influito sul suo successo, sgombrando ogni equivoco e maldicenza, Pietrangelo, da par suo, a dantesca memoria di “come sa di sale/ lo pane altrui, e come è duro calle/ lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”, ha così risposto: ” Ai tanti “no, grazie!” ricevuti, alle tante porte chiuse trovate nel suo cammino, per lui si è aperto “un porticato di libertà, di leggere tanti libri, di instaurare una solida e fraterna amicizia con Giuseppe Sottile, il maestro di giornalismo che gli ha insegnato di mettere in fila in poche righe i fatti per come stanno, di formare una compagnia d’arte con Mario Incudine e Antonio Vasta, di mantenere la dignità e la schiena sempre dritta come ha fatto Salvo La Rosa al momento del suo distacco dalla trasmissione televisiva Insieme di Antenna Sicilia”.

  Per Pietrangelo Buttafuoco occorre costruire il lavoro in Sicilia, come hanno fatto e stanno facendo Valentino Picone e Salvatore Ficarra, che, con il film “L’ora legale”, hanno aperto un campo dove far entrare tutti i siciliani.

   Come una speranza e un appello per tutti, ha concluso il suo dire con queste profetiche parole: “Bisogna sollevare la rete per far giocare tutti al campo della vita”.

  Una serata straordinaria, da ricordare,  la presenza a Nissoria di Pietrangelo Buttafuoco, che, con parole semplici, piene di tanto calore e parecchia umanità, ha incantato i Nissorini, soprattutto quando, al termine della pregevole e applaudita intervista di Salvo La Rosa, ha letto da affabulatore e bravo “cuntista” come soltanto lui sa essere e fare, un fascinoso racconto sul peregrinare tra mondi e paesi, sui tanti successi umani ed elettorali dello zio Nino Buttafuoco, il sindaco di tutti i Nissorini, scritto il 23 ottobre 2005, il giorno d’uscita del suo romanzo di successo “Le uova del drago”.

 Giuseppe Sammartino

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