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Ius soli o ius culturae… follie da evitare a tutti i costi di Luca Galante

Il PD, propugnatore a spada tratta di provvedimenti per lo più inutili, sta evidentemente elevando il suo target passando ai provvedimenti per lo più dannosi. Il riconoscimento dello ius soli o dello ius culturae su tutti.

Esaminiamo.

L’ISTAT, che racconta di un’Italia favolosa (nel senso che sembra una favoletta) dal punto di vista economico, tra una favola e un’altra, ci dice che nel 2050 un terzo degli abitanti dell’Italia sarà di origine straniera, chiaramente non americana, norvegese, sudafricana o australiana, ma straniera. Il 33%. Ora consideriamo una normale legge elettorale. Di solito si prevede un premio di maggioranza/governabilità attorno al 30% e, sempre di solito, in un’elezione vota, nella migliore delle ipotesi, circa il 60% degli elettori. Ciò significa che il 18% degli aventi diritto determina chi ci governa per 5 anni, e con questi presupposti vogliamo dare il diritto di voto, strettamente connesso alla cittadinanza, a persone, magari in parte ottime, che non condividono quasi nulla dei valori cristiani e occidentali e che considerano le donne come un accessorio per la casa, solo perché, ad esempio, hanno completato il ciclo di studi della scuola elementare?

Ci rendiamo conto delle conseguenze?

Milioni di persone che voteranno non per la destra, la sinistra, Renzi, Bersani, i grillini… ma, disciplinatamente, per le formazioni politiche che proporranno i valori nei quali anche loro si rispecchiano e che, una volta in Parlamento, cercheranno di far prevalere questi valori a scapito, sia pur parzialmente, dei nostri.

Dal loro punto di vista in modo giusto e ragionevole.

Poi, proviamo a dirci la verità anche se fa male, lo ius soli e lo ius culturae andrebbero a toccare persone che dell’Italia non se ne fregano un granché.

Opzione uno. Persone che, correndo rischi inimmaginabili, scappano dalle guerre o dalle persecuzioni e arrivano in Italia non per il sole, il mare, la pizza o Renzi ma semplicemente perché il barcone li ha sbarcati qui e di solito desiderano andare altrove.

Opzione due. Migranti economici, cioè persone che in barba a tutte le leggi sulle immigrazioni decidono di lavorare in nero, legalmente, illegalmente, poco importa. L’importante è raggranellare qualche soldo da portare nel loro Paese/Paesello di origine dove con quattro soldi compri un palazzo. La riprova? Vedete mai in giro uomini di colore con più di 60 anni? No, perché sono tornati nelle natie terre e se poi sono riusciti a maturare una pensione da spendere lì hanno fatto anche jackpot.

Opzione tre. Esimi furfanti che si mescolano ai disperati per entrare in Italia con il chiaro, preciso e unico intento di delinquere.

Mi dite perché farli votare? Cosa ci guadagniamo?

In più, paradossalmente, molti Paesi africani da cui partono flussi migratori hanno adottato e stanno adottando negli ultimi anni delle leggi che consentono la doppia cittadinanza. Non mirate a chi desidera risiedere e magari investire nel loro Paese, cosa ancora, in genere, complicatissima, ma a chi ha una cittadinanza africana dalla nascita, in modo da permettere a chi diventa cittadino italiano o europeo di ritornare un giorno a casa.

Un italiano nel momento del voto, se va a votare, spera in un futuro migliore per se, per i propri figli. Spera in un cambiamento e di questi tempi spera in un cambiamento radicale. Pensioni, lavoro, scuola, onestà, giustizia, sanità, servizi… quali di questi temi può essere caro ad un beneficiario dello ius soli allo stesso modo di un italiano?

Un italiano, se va a votare, vota, in modo consapevole o meno, per il bene del Paese. Loro farebbero altrettanto?

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