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Conferenza a Nissoria su: “la violenza quale ultimo rifugio degli incapaci”

  Sabato 25 novembre appena trascorso, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, organizzata dall’assessore Mary Jo Scardullo ha avuto luogo a Nissoria la conferenza avente come tema “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci” secondo il pensiero di Isaac Asimov, biochimico e scrittore russo naturalizzato statunitense.

  Alla presenza del sindaco Armando Glorioso, dei consiglieri comunali Ketty Minichello e Rosario Colianni, di Alfio Adornetto, presidente del Forum delle Associazioni Familiari della Provincia di Enna, la conferenza ha avuto quali relatori la psicologa Angela Censabella di Nissoria, l’avvocato Maria La Ganga di Nicosia, la sociologa ed esperta in progettazione e politiche sociali Angela Di Fazio di Leonforte, la psicoterapeuta e specialista in sessuologia Sibilla Giangreco di Assoro.

   Dopo l’intervento del sindaco Glorioso, per il quale alla base della violenza sulle donne c’è il sentimento di prepotenza dell’uomo che manifesta la sua superiorità fisica con l’aggressività, facendo presente che si adopererà in futuro per diffondere la cultura della non violenza, la consigliera comunale Ketty Minichello ha letto dei brevi pensieri di autori importanti  sull’argomento della violenza.

  La psicologa Angela Censabella ha sviluppato l’argomento della violenza sulle donne tramite un filmato dal titolo” Non chiamatelo amore. La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”  nel quale una donna subisce di continuo la violenza del marito, che, nel momento in cui le usa violenza, le ripete come un disco rotto che voleva ucciderla, finché non la uccide.  L’invito della Censabella alle amministrazioni e alle persone è quello di non favorire e neppure ripetere la violenza sulle donne che è una violazione dei diritti umani. La violenza da parte degli uomini sulle donne può essere fisica e sessuale, emotiva, economica e quando si manifesta, bisogna immediatamente  telefonare al telefono rosa 1522, che è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per le Pari Opportunità, oppure far ricorso ai centri antiviolenza quale quello di “Donne insieme” di Piazza Armerina, che accolgono donne che hanno subito violenza, che garantiscono l’anonimato, dispongono di assistenti specializzati e forniscono il gratuito patrocinio di avvocati esperti nel settore. Il foulard rosso e le scarpe rosse sono il simbolo  e la speranza di trovare la forza per parlare ovunque e con chiunque della violenza subita. A suo dir la donna non deve mai amare al punto da morire per amore.

   Per la sociologa Angela Di Fazio, che da 22 anni si occupa di formazione dei ragazzi, spesso adolescenti, la percezione della violenza di genere oggi è molto alta ed è preoccupante che, per paura di non subire altre, non tutte le violenze vengono denunciate. Per prevenire la violenza è necessario l’educazione alla non violenza. Una cultura, questa, difficile da trasmettere, utilizzata giornalmente da insegnanti e catechisti. Le donne, pur essendo uguali agli uomini, sanno donare e donarsi, mentre quest’ultimi, pur degni di stima, non vi riescono soprattutto oggi con la crisi della società patriarcale che li ha ridimensionati nel ruolo di capifamiglia e padri padroni.

  Per la psicoterapeuta Sibilla Giangreco le donne oggi hanno più diritti, più leggi a loro tutela e strumenti e luoghi per denunciare la violenza. Spetta ad ognuna di loro rivendicarli e denunciare sempre e in ogni circostanza le violenze subite dai mariti, dai fratelli e dagli estranei senza temere vendette, anzi per evitare e dire No al femminicidio.

  Giuseppe Sammartino

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