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Unimpresa Enna: Crocetta firmi subito l’accorpamento delle Camere di Commercio di Palermo ed Enna

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Riceviamo e pubblichiamo:

Il presidente della Regione Rosario Crocetta, unitamente all’assessore regionale alle Attività Produttive Mariella Lo Bello, deve immediatamente firmare e pubblicare nella gazzetta ufficiale il decreto di accorpamento delle Camere di commercio di Palermo ed Enna per dare sicurezza ai lavoratori e continuare a garantire i servizi alle imprese e agli operatori del settore”. L’appello denuncia viene lanciato dal Salvatore Puglisi direttore interprovinciale, Enna e Caltanissetta, di Unimpresa. “E’ assurdo – continua Puglisi – che pur avendo tutta la documentazione e le nomine pronte, come sia Crocetta che la Lo Bello continuano ad assicurare, i lavoratori di Enna, proprio a causa del mancato accorpamento, sono senza stipendi da mesi e costretti a dichiarare lo stato di agitazione. In fin dei conti sono proprio le imprese e gli operatori, fra i quali commercialisti, associazioni datoriali e patronati, a pagare lo scotto più duro”. In atto la Camera di commercio di Enna conta 15 dipendenti e un segretario generale che da due mesi non percepiscono lo stipendio. A secco, senza accredito in banca, anche la pensione di 38 ex dipendenti ai quali la Camera ennese paga l’assegno mensile. Vivono una situazione ancora più grave i 7 contrattisti a carico della Regione che ormai da gennaio 2016 non percepiscono lo stipendio. In questo caso la Camera di commercio ennese per pagare gli emolumenti ai precari attende l’erogazione del finanziamento annuale dell’amministrazione regionale che sarebbe entrato nelle casse dell’ente camerale solo a novembre. Secondo le ultime notizie la Regione per i 7 precari ha inoltrato alla Camera di commercio di Enna un acconto, 4 mensilità, sulle 11 maturate. Queste dovrebbero essere pagate a fine mese. Ai dipendenti a tempo indeterminato, pensionati e contrattisti a tempo determinato si aggiungono altre due unità Asu, anche loro in attesa di emolumenti. “La Camera di commercio di Enna conta quindi 16 dipendenti e 9 fra precari-contrattisti, quest’ultimi pagati dalla Regione ed enti previdenziali, ma sborsa mensilmente 54 pagamenti fra stipendi e pensioni. E proprio quest’ultima voce, unita al dimezzamento del diritto camerale annuale imposta dal governo Renzi, ha affossato l’attività di tutte le Camere di commercio della Sicilia. Scelte inspiegabili della Regione hanno gravato i bilanci delle Camere ingessandole del tutto e privando il mondo imprenditoriale di uno strumento di assoluta importanza per la vita e lo sviluppo dello stesso”. “La responsabilità sul disastro delle Camere di commercio in Sicilia – continua il direttore di Unimpresa En-Cl – grava tutta sulla Regione che non ha saputo gestire gli eventi e non riesce neppure a programmare. Basti dire che i disastri chiamati Province, Camere di commercio, Asi, Consorzi di Bonifica, Enti di formazione appartengono alla sola Sicilia. In altre Regioni i problemi esistono ma le riforme sono state avviate concretamente. Nella nostra isola invece dopo la distruzione tardano ad essere attivati percorsi rigeneratori dell’economia con le zone interne costrette a pagare il prezzo più salato tanto che la desertificazione dei territori avanza inesorabilmente”. Il direttore Puglisi conclude: “Non vorrei che rispetto a soluzioni possibili venissero creati ad arte ostacoli per ritardare la risposta adeguata alla problematica già detta in vista del nuovo turno elettorale della Regione. La nostra isola vive una crisi economica talmente devastante che ha già distrutto un’economia e che non aiuta a trovare validi sostegni per disegnarne l’ipotesi di nuove. Se a queste gravose difficoltà vengono sommati impedimenti temporanei, dei quali non voglio assolutamente né parlare e né considerare come veritieri, atti a sostenere campagne elettorali di singoli candidati o addirittura di gruppi allora è necessario che il governo regionale si premuri immediatamente di dare segnali non contraddittori rispetto una nuova linea improntata sullo sviluppo e sul sostegno alle imprese”.

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