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Enna: mozione in Consiglio comunale a favore dei colleghi ennesi del GDS

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Enna. Nessun politico, ad eccezione di quattro consiglieri comunali pidini e del sindaco di Centuripe Elio Galvagno, ha avvertito l’esigenza di solidarizzare con colleghi del Giornale di Sicilia che stanno vivendo la frustrazione di non poter più, lavorare serenamente, sebbene gli importi corrisposti ai collaboratori siano irrisori,  ed esprimere il proprio estro giornalistico nella cronaca provinciale. Va sottolineato, infatti, che gli attuali  colleghi giornalisti professionisti, pubblicisti e fotografi,  hanno contribuito per più un ventennio a tratteggiare la cronaca nera, bianca, giudiziaria e rosa, non trascurando di fare opinione in maniera sempre imparziale. Per questo motivo il GdS è stato sempre privilegiato, senza nulla togliere agli altri quotidiani,  nell’ennese da un segmento di lettori di un certo livello culturale. Ma oggi i vertici del Quotidiano, hanno deciso in nome di spicciole logiche di mercato,  di mandare a casa i numerosi collaboratori di Enna e provincia, esautorandoli di fatto, della possibilità di fare cronaca su quel Giornale. E gli stessi vertici fino ad oggi non hanno nemmeno voluto ascoltare le loro istanze, non dando alcuna risposta, alla  lettera con la quale i collaboratori della provincia  chiedevano un incontro con gli stessi, liquidando così, anni e anni di “sudore” versato per l’importante Testata palermitana. Ma i collaboratori continuano a sperare in un inversione di rotta da parte dell’editore. Anche il Comune di Enna, si è servito, dal Consiglio Comunale dai  vari sindaci che si sono susseguiti, agli assessori e consiglieri, del lavoro dei colleghi e, per questo motivo i consiglieri pidini Salvatore Cappa (capogruppo), Emanuela Guarasci, Mario Tremoglie e Rosario Vasapollo, hanno ritenuto doveroso produrre una mozione in Consiglio, tramite la quale impegnano il sindaco Maurizio Dipietro a voler prendere subito una posizione in difesa della cronaca cittadina del GdS, quindi dei collaboratori ennesi, presso l’editore, partendo dal presupposto che viene, indirettamente,  minata la pluralità dell’informazione e non si garantisce il lavoro dei professionisti concittadini che dal 1996 hanno collaborato fino ad oggi. I consiglieri stigmatizzano che con quest’atto Enna subisce l’ennesimo scippo. Adesso il testimone passa nelle mani di Dipietro ma sono sempre più flebili le speranze che l’editore cambi idea, segnando così con questo gesto, una resa totale bei confronti della concorrenza.

Mario Antonio Pagaria

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