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Agira: lettera del Vescovo Muratore ai sacerdoti e fedeli laici

Cari sacerdoti e fedeli laici di Agira,

vi avevo scritto una lettera insieme agli altri paesi, per dirvi la mia vicinanza in questo momento triste e difficile della nostra vita. Ma sento urgente nel cuore ritornare a ridirvi il mio affetto e la mia solidarietà.
Avrei dovuto fare la Visita Pastorale in mezzo a voi proprio nel mese di marzo, era tutto pronto, ma siamo stati bloccati dallo scatenarsi del coronavirus. Verrò a trovarvi presto! Intanto vorrei far giungere parole di forza e di consolazione alle famiglie segnate dalla malattia e dal dolore del distacco per la morte di qualche congiunto. Prego per voi!
In questo momento siete più particolarmente provati da questa epidemia che semina morte, incute paura e destabilizza tutti i nostri modi di vivere personali, familiari e sociali. Le relazioni sono al lumicino, la prossimità diventa problema, la comunione festiva nelle Messe domenicali rimane al momento solo un desiderio del cuore.
Il dramma di questi giorni è certamente l’epidemia, ma non meno gravi sono i problemi economici che si stanno scatenando in mezzo a noi: esercizi chiusi, il sistema produttivo bloccato, le risorse economiche che si vanno affievolendo. Vorrei suscitare tra voi, per quello che potete, la solidarietà e la condivisione. Le vostre parrocchie con i vostri parroci in collaborazione con le istituzioni, si sono messe a disposizione per qualsiasi particolare bisogno. Anche la Caritas diocesana tramite i parroci vi può venire incontro.
Sono i giorni del Triduo Pasquale in cui contempliamo i momenti tragici della morte di Cristo, ma che sappiamo culminano nel giorno della Risurrezione. Voi per ora, in qualche modo, state vivendo come Gesù un momento di prova e di sofferenza. Lui, che ha voluto sino in fondo condividere il soffrire, il patire e il morire dell’uomo, sarà accanto a voi per darvi forza.
Voglio dirvi, qualora ci fosse bisogno, che Gesù non vi ha abbandonato, ma che è vicino a voi per riempirvi il cuore di coraggio e di consolazione. Non posso fare a me di richiamarvi la preghiera del Salmo che dice: Se anche camminassi per una valle oscura non temerei alcun male, perché tu sei con me, il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Coraggio dunque! Abbiate fiducia! Ci rialzeremo!
Voglio dirvi, quasi in punta di piedi, non perdete la speranza! Dopo la dura prova della Croce c’è il giorno della Risurrezione in cui la Vita ha il sopravvento sulla morte. Sentiremo dire a Pasqua: Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora vivo trionfa. Crediamo fermamente che ci saranno albe nuove e che Cristo Risorto ci aiuterà a metterci in piedi e ad incamminarci fiduciosi verso il futuro.
Restate uniti e saldi nella fede. Trovate lo spazio per la preghiera. La famiglia come “piccola chiesa” può essere il luogo dove incontriamo Gesù e ne ascoltiamo la parola. Non perdete il desiderio dell’Eucaristia domenicale. Certo non è la stessa cosa celebrare la Messa o assistervi dietro uno schermo, ma in mancanza di altro anche questa è una buona opportunità. Desiderate fortemente Gesù nel vostro cuore e Lui che sa tutto vi visiterà. In Lui troverete forza e consolazione.
San Filippo, nostro protettore, in questi momenti di disagio, di sofferenza e di dolore, ci stia accanto e ci indichi sempre la vera Vita, che è Cristo Signore.
Il Signore vi benedica e vi dia forza. Buona Pasqua!

Nicosia 8 aprile 2020
+ Salvatore Muratore Vescovo

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