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Agira: ex dirigente scolastico dopo morte del padre “Il 28 marzo gli hanno fatto un tampone. Ancora non ne conosciamo l’esito”

Agira – Ecco il post scritto su Facebook da un ex dirigente scolastico di Agira sul “trattamento” ricevuto in occasione del decesso del padre.

“Voi state a casa e infettate i vostri familiari, Musumeci si limita a inasprire i divieti, io aspetto l’esito di un tampone da 18 giorni. Mio padre è stato ricoverato all’ospedale di Enna il 28 marzo. Stava male da tempo. Abbiamo pensato che potesse essersi infettato con il Coronavirus. In quei lunghi giorni il nostro sistema sanitario è stato del tutto assente. Aveva bisogno di un prelievo di sangue e di fare delle flebo. Siamo riusciti a fare tutto grazie alla generosità di due amici. Insomma, ci siamo arrangiati. Di fare un tampone neanche a parlarne. Quando ci è sembrato che mio padre si stesse aggravando abbiamo deciso per il ricovero. Proprio così. Abbiamo dovuto decidere noi familiari, in totale solitudine, senza neanche una valutazione medica. Lì è riuscito a sopravvivere solo 24 ore, concludendo la sua vita nel più totale abbandono. Il 28 marzo gli hanno fatto un tampone. Ancora non ne conosciamo l’esito.
Rispettando tutte le regole (non l’avessimo mai fatto!) ci siamo salutati a distanza, non sapendo che era l’ultima volta. Sempre nel rispetto delle regole, negli ultimi giorni ci eravamo visti pochissimo e a distanza. Magari non era neanche positivo. Questo non conta niente per la Regione ma a noi familiari avrebbe consentito di ricoverarlo in un normale reparto ospedaliero anziché in un triage Covid, e comunque avremmo avuto un distacco più dignitoso. Quando arriverà l’esito del tampone ormai non servirà più a niente.
So che tante altre famiglie si stanno arrangiando in totale solitudine, elemosinando un test e attendendo l’esito per settimane.
La Regione Sicilia ha avuto un mese di vantaggio rispetto al Nord, ha solo duemila positivi su cinque milioni di abitanti. Avrebbe potuto mettere su un sistema esemplare, e invece il nostro presidente si limita a inasprire i divieti, vietando persino l’ora d’aria ai bambini.
Se il virus ha incontrato difficoltà ad espandersi lo dobbiamo solo alla capacità dei siciliani di rispettare le regole non certo alle iniziative della Regione. Con pochissime eccezioni, siamo stati e stiamo tutti a casa. Così però finiamo per infettarci tra familiari ignari della propria eventuale positività.
So che il nostro sindaco si è adoperato in ogni modo per ottenere tamponi e test rapidi generalizzati. Apprezzo tutto quello che sta facendo in una situazione inedita e difficilissima. Ma è arrivato il momento di farci sentire tutti affinché questa lunga quarantena produca qualche risultato più apprezzabile”.

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