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Enna: Salvo La Porta “Occorre uno scatto di orgoglio”

Enna – Ho letto più volte la lettera aperta, che Giacomo Lisacchi ha inviato al presidente Musumeci. Mi permetto di condividerla persino nella punteggiatura.” Lo ha detto Salvo La Porta, già sindaco di Leonforte, consigliere provinciale e rappresentante storico della destra ennese.
“ Se altri chiedono di potere ottenere le stesse prerogative, delle quali il popolo siciliano avrebbe potuto godere da decenni, non vedo dove sia lo scandalo”.
“ E’ scandaloso, invece, che la Sicilia sia diventata la terra del clientelismo sfrenato. Che i nostri politici abbiano barattato con i partiti nazionali un seggio in Parlamento o in Europa, sacrificando l’attuazione di uno Statuto Speciale, che avrebbe potuto arricchire la Sicilia e i siciliani. Questo è scandaloso.”
“ Non abbiamo saputo resistere alla tentazione di conservarci un tesoretto di voti, ricorrendo a volte alla più bassa demagogia. Abbiamo privilegiato i nostri miseri interessi elettorali, sacrificando ogni tentativo di riscatto del popolo siciliano sull’altare delle nostre ambizioni personali e politiche”
“ Quante volte i nostri Presidenti hanno partecipato alle riunioni del Consiglio dei Ministri quando si discuteva di fatti importanti per l’isola? Hanno mai preteso di partecipare? Sempre zitti e con il cappello in mano.”
“ Dobbiamo prendere atto di essere diventati gli specialisti delle geremiadi, pronti a scaricare su altri la responsabiltà della nostra poca attitudine al governo della cosa pubblica siciliana. Uno scatto di sano orgoglio non guasterebbe.”
“ Mi chiedo se , una buona volta, riusciremo a fare cambiare veramente rotta alla navicella della politica siciliana. Se riusciremo a non incoraggiare e a non servirci di discutibili operazioni camaleontiche, che deturpano il volto della Sicila.”
“ Le donne sanno che, se vogliono essere e rimanere belle, devono curare costantemente il loro corpo e la loro immagine con prodotti buoni e sani. Un po’ di belletto non basta. Il belletto serve solo a coprire i difetti e, alla fine, magari sembreranno “bellissime”.Sembreranno. Ma in buona sostanza avranno illuso se stesse e quanti, vedendole a nudo e per quello che realmente sono, scopriranno che sono solo “buttanissime”.

“ Manco a dirlo, poi, i riflesi del tirare a campare siciliano diventano esiziali per il territorio di quella che fu la Provincia di Enna.
La deputazione regionale non brilla certo per grosse capacità politiche.
Non risulta, o forse ci sfugge, che siano state assunte iniziative a sostegno della boccheggiante economia ennese”
“ Può darsi che le deputate siano molto impegnate nei lavori d’aula. Certo, può darsi!”
“Magari l’annunciato sostegno di una delle due onorevoli al Governo Regionale sarà il preludio ad un radicale cambiamento di rotta nella vita politica. Chi può dirlo?”
“Intanto, i paesi si svuotano, i giovani fuggono lontano, perchè hanno smarrito pure il senso del signicato del termine speranza. Gli anziani assistiamo impotenti, disillusi, rassegnati a questo sfacelo. ”
“ Lungo le nostre strade una serie ininterrotta di affittasi e vendesi sugli stipiti di case e botteghe, la cui costruzione costò spesso sacrifici immani”
La stessa Enna alta è una città fantasma con le botteghe serrate e sacrificate da un’economia da dopoguerra che deve costantemente fare i conti con l’apertura di supermercati, che si insediano nella città bassa, dove una boccata d’ossigeno arriva solo dall’Università. Persino le suore di clausura se ne sono andate!”
“ Totò Puglisi, responsabile della Rete d’Impresa Sicilia, si rattrista del mancato interesse che la classe politica dimostra nei confronti delle prospettive suggerite. E’ mancato e manca un serio progetto di sviluppo, principalmente di sostegno alle imprese locali, le quali per capacità ed inventiva nulla hanno da invidiare ad altri e potrebbero contribuire allo sviluppo ed all’occupazione, giovanile in particolare.”
“E dire che lo Statuto speciale ci avrebbe consentito e ci consentirebbe di operare, sciolti da lacci e lacciuoli. Invece, noi non sappiamo, o non vogliamo, operare. Siamo quasi avversi a qualsiasi forma di azione, avvolti e avviliti dai fumi del tedio. Dall’accidia. Dimentichiamo, forse, che l’accidia è uno dei sette vizi capitali ed, abbandonandoci ad essa, andremo a finire dritti dritti all’Inferno!”.

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