Politica

E sono due…di Luca Galante

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Breve riassunto. Per tutelare legittimamente gli interessi francesi in Africa settentrionale il buon Macron ci estromette di fatto dalla Libia con buona pace degli interessi italiani, delle posizioni europee e del problema migranti, peraltro nostro e non loro.

Noi rispondiamo “dirottando”, in senso metaforico, l’aereo di Al Serraj diretto a Tripoli da Parigi per fargli firmare un vago accordo per l’ingresso di navi militari italiane in acque libiche a supporto della guardia costiera di quel Paese. Poco conta che l’accordo sia vago, inutile e probabilmente destinato a diventare lettera morta se, come sembra, i libici ci stanno già ripensando. Facciamo passare un’altra misera figura come un successo diplomatico. Per chi ci crede…

Ma ecco l’ultimo colpo. Il Presidente Macron straccia un accordo fatto dal suo predecessore per la vendita di alcuni cantieri navali all’italiana Fincantieri in nome della sicurezza nazionale e della protezione dei posti di lavoro, e li nazionalizza!

Facciamo uno sforzo e cerchiamo di ignorare qualche dettaglio.

Cerchiamo di ignorare come i suddetti cantieri fossero nelle mani non di una società francese ma di una sudcoreana. Notoriamente una sicurezza per quanto riguarda la segretezza di eventuali segreti militari…

Cerchiamo di ignorare anche come la suddetta società avesse ridotto i cantieri sull’orlo del fallimento e come Fincantieri fosse stata l’unica società ad offrirsi per il salvataggio. Quindi anche la tutela dei posti di lavoro lascia un po’ a desiderare come scusa visto che quando una società fallisce, di solito, i lavoratori vanno a casa.

Se ce la facciamo cerchiamo anche di ignorare come le nazionalizzazioni siano vietate dall’Europa se non in casi eccezionali, ma in questo caso l’Europa sembra guardare da un’altra parte.

Se ci siamo riusciti, se siamo riusciti a non incavolarci troppo per l’affronto francese seguito dalle prese per i fondelli nelle giustificazioni, passiamo ad una domanda.

La domanda.

Perché Macron, per compensare il calo di popolarità, attacca i nostri interessi e non, ad esempio, quelli inglesi o tedeschi, che, posso garantire, in Francia sono molto superiori ai nostri?

Perché, a mio avviso, lui sa bene che la nostra reazione non sarà quella di colpire, ad esempio, le partecipazioni azionarie, anche di controllo come in Telecom, delle aziende francesi in Italia ma, al massimo, di organizzare un incontro tra ministri (neanche con Macron…) dove specificare la nostra irritazione per l’inaccettabile comportamento francese. Al massimo andremo a lamentarci da mamma Europa…

Una vera ritorsione. Da non dormirci la notte.

Ormai attaccare l’Italia ricorda quella vecchia pubblicità di un noto gioco nella quale undici giocatori dovevano affrontarne qualche centinaio in una partita di calcio. Ricordate? Ti piace vincere facile?

Come spiegavo qualche giorno fa tutto si riduce ad questione di posizione, e non mi riferisco ad una posizione politica.

Luca Galante

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