Cultura

Le Paraolimpiadi anche nella vita sociale

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Si parla tantissimo dell’Olimpiade degli “atleti normali” e poco anzi pochissimo di quella che vede  il confronto di “atleti speciali” tanto che questa è definita, con tono minore: “Paraolimpiade”.  Le gare delle paraolimpiadi, appena concluse in Brasile, non sono state tutte mandate in onda dalle Tv o menzionate come di dovere dai giornali; alcune gare sono state trasmesse in differita e in forma parziale. Lo stesso nostro Presiedente della Repubblica  Mattarella in occasione dei giochi  paraolimpici di Rio si è sentito in dovere di dire “che lo sport  è una manifestazione della vita e offre la possibilità di migliorarci. Non può diventare e non deve diventare un fattore di discriminazione, non deve mai diventare pretesto di violenze, o motivo di frode. La promozione dello sport va realizzata con lealtà, con coraggio, con amicizia”.  Il presidente del Comitato Paraolimpico Italiano Luca Pancalli ha evidenziato i risultati  straordinari ottenuti, dal punto di vista sportivo, degli atleti italiani che hanno partecipato in questa competizione. L’Italia ha conquistato la  prima medaglia d’oro con il nuotatore Federico Morlacchi nei 200 metri con l’ottimo tempo di 2’16″72; quella di Morlacchi è stata la 500 medaglia dell’Italia nella storia delle Paraolimpiadi.  Nei giochi paraolimpici di Rio un altro risultato eccezionale è stato ottenuto dall’algerino Abdellatif Baka che ha vinto nei 1.500 metri, stabilendo anche il nuovo record del mondo, con un tempo migliore di quello del vincitore sulla stessa distanza all’Olimpiade di agosto. Al di là della pura competizione agonistica,  occorre capire che la loro “gara” è anche nel cimentarsi nella “paraolimpiade sociale” cioè nelle difficoltà che si hanno nella conduzione dello svolgimento dei normali atti della vita nella società; pensiamo agli sforzi quotidiani per mancanza di scivoli, ascensori, assistenza sociale ecc. Il nostro Presidente Mattarella, in occasione della festa del 2016 di chiusura dei centri estivi per portatori di handicap ed anziani a Castelporziano,  ha ribadito con forza  che questi problemi interessano in parte gli enti locali, in parte lo Stato centrale ma anche la sensibilità di tutti noi cittadini; basti pensare, ad esempio, alle auto e moto posteggiate davanti gli scivoli dei marciapiedi ecc.  Questi “atleti speciali” con la loro grinta e determinazione non solo sono d’esempio per tutti quelli che vivono l’analoga disabilità ma anche per i “normoabili” più sensibili.  Concludo con un nobile pensiero rilasciato ai giornalisti da un atleta delle paraolimpiade: “E’  possibile, per noi, condurre una vita normale in pienezza e gioia”.

                                                                                       Rosario Colianni

 

 

 

 

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