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Luci e ombre della manovra del Governo di Luca Galante

Galante-Luca

Oltre ad una serie di mance sparse in giro per motivi chiaramente “referendari”, i punti salienti della manovra annunciata da Renzi riguardano:

  • L’APE. L’anticipo pensionistico. Una misura sostanzialmente neutra lasciando al pensionando la libertà di scegliere se andare in pensione tre anni prima o rispettare fino in fondo i vincoli della Fornero. Anzi è sicuramente apprezzabile che i costi di quest’anticipo vengano posti a carico della collettività per i casi più “delicati”, la cosiddetta APE social.
  • La quattordicesima dei pensionati. Sicuramente da elogiare. Poco importa se è una misura elettorale, poco importa se quella dei pensionati è una categoria tra le più propense a votare no al referendum, era giunto da tempo il momento di fare qualcosa per chi, talvolta, non arriva a fine mese.
  • La rottamazione delle cartelle di Equitalia. Per cercare di mascherare il fatto che è una sorta di condono hanno realizzato un vero caos. Hanno dovuto armonizzare il regime europeo dell’Iva, le norme penali, le fattispecie nelle quali si pagano solo gli interessi legali, quelle nelle quali si pagano le sanzioni e non gli interessi… Sono stato personalmente sempre convinto della necessità di un condono tombale chiaro e definitivo, ma come presupposto ad un diverso regime fiscale, per chiudere una stagione oppressiva e confusa dei rapporti con l’amministrazione fiscale basata su calcoli presuntivi e costi eccessivi sia di accertamento che di gestione e di risoluzione delle controversie, che in pratica servono a scoraggiare ricorsi e ad allontanare l’accertamento della verità.

    Per come è stata pensata è semplicemente uno sconto per chi ha delle pendenze con il fisco. Sicuramente gradito ma comunque si perde il diritto a dilazionare e ciò renderà la misura, credo, scarsamente appetibile. Forse utile a fare cassa, ma strutturalmente inutile.

  • La voluntary disclosure per il contante. Un’altra sanatoria ma questa volta molto simile ad una barzelletta. Immaginiamo che qualcuno con un capitale in contanti nascosto sotto una mattonella (come Totò, ricordate?) accetti di dichiarare il suo gruzzolo pagando una penale del 35%. Difficile. Operativamente poi, stando alle anticipazione, dovrebbe essere uno spasso, tra certificazioni, autocertificazioni e successivi accertamenti. Un vero film di fantascienza dal quale lo Stato si aspetta di introitare qualche miliardo.
  • L’abolizione di Equitalia. Qui si scende nella presa in giro. Pur di abolire uno dei più odiati enti statali italiani lo si sostituirà con un altro (Riscossione), ad oggi, con le stesse funzioni e modalità operative. Si resta, sperando, in attesa di smentita.

Tutto ciò prevedendo, per l’anno prossimo, un aumento del PIL dell’1% (altra fantascienza).

Quindi, riassumendo, abbiamo una legge di stabilità che alla voce “spese” presenta pochissimi investimenti ed alcuni lodevoli interventi nel sociale ed alla voce entrate una serie eterogenea ed inverosimile di fantasie e speranze che difficilmente vedremo realizzate, se non in minima parte, e che potrebbero attivare quelle “clausole di salvaguardia” (aumento di 3 punti dell’Iva, aumento delle accise… chissà) che sarebbero mortali per i nostri consumi interni.

Dobbiamo poi comunque sperare che Bruxelles la prenda sul ridere, come ormai facciamo noi, e non chieda seriamente, ad esempio, come speriamo di abbassare in questo modo il debito pubblico, cosa che ci siamo ripetutamente impegnati a fare, e si limiti ad informarsi sul nome del comico che ha scritto una così lunga serie di baggianate alla voce “entrate” di questa cabarettistica legge di bilancio.  Luca Galante – www.studiolucagalante.com

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