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P. Armerina: Festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

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Piazza Armerina. Numerosi giornalisti e comunicatori cattolici ospiti nel pomeriggio di sabato, presso, la sede episcopale piazzese , così come voluto dall’ordinario diocesano mons. Rosario Gisana che ha voluto, con essi, celebrare la festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti. Presente lo “Stato maggiore” del diffuso settimanale diocesano “Settegiorni dagli Erei al Golfo, rappresentato, in particolare, dal direttore don Giuseppe Rabita, dal redattore don Carmelo Cosenza e diversi cronisti da Gela ad Enna. Rabita che è stato da poco nominato direttore della Segreteria regionale della Cesi ha introdotto l’intervento del vescovo Gisana sottolineando come sia importante per ogni comunicatore, trasmettere speranza e fiducia nel nostro tempo valorizzando sempre il bene. E’ toccato quindi a Gisana che ha commentato il messaggio del, santo padre Francesco per la 51ma Giornata delle comunicazioni sociali.

Particolarmente il vescovo si è soffermato sull’esortazione del Papà verso una “ Comunicazione costruttiva che, nel rifiutare i pregiudizi verso l’altro favorisca una cultura dell’incontro grazie alla quale si possa imparare a guardare la realtà con consapevole fiducia”. E per questo il vescovo ha chiesto si giornalisti presenti di incarnare il Vangelo nel proprio lavoro partendo dal rispetto assoluto verso, l’altro . , l’informazione diventa, dunque, servizio cristiano alla collettivitá, soprattutto per coloro , che dal giornalista ricevono un messaggio. Fondamentale diventa la promozione della,cultura della persona ,in un dialogo trasparente , aperto e spesso impavido. Una comunicazione che deve tendere alla verità “ nella consapevolezza che ciò che si racconta non può essere verità assoluta, ma impegno verso, il dialogo non dimenticando che chi comunica nella Chiesa ha già incontrato Cristo e di lui deve essere testimonianza. IL vescovo fa rilevare come si sia persa l’abitudine di creare notizie sincere e per questo si vive molto di gossip, spesso in una distorsione della realtà. E ciò che conta a questo punto e non perdere l’obiettivo di trasmettere notizie sincere. Il motto diventa qui ”sono stato crocifisso con Cristo ma Cristo vive in me”. E’ il modo, per essere un giornalista onesto, , ovvero vedere il Cristo nel proprio lavoro, dal collaboratore al redattore, al direttore. Questo modo di comunicare non può adagiarsi nell’opinionismo poiché rifiuterebbe la logica cristiana. Il lettore dunque deve essere riconciliato con la realtà circostante .”ma tutto questo, dice il vescovo, porta l’uomo ad approcciare alla realtà quotidiana ed occorre intuire che il tutto abbia a che fare con la volontà di Dio riassumendo tutto quanto al mentalità evangelica. Per questo il giornalista deve sempre informare e far entrare l’uomo in correlazione con Dio. La storia dell’uomo non può non essere sacra perché in essa c’è l’intervento di Dio. Per cui la verità deve emergere sempre.

Mario Antonio Pagaria

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