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Le STU ultima risorsa per avere i finanziamenti europei

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STU: società di trasformazione urbana da Roma e Palermo niente più finanziamenti per i Comuni, la sola fonte ancora attivabile è Bruxelles. Ma la Comunità europea finanzia a seguito di bandi che richiedono progetti esecutivi che i Comuni ennesi non hanno. Come risolvere il problema che si rileva di un’importanza fondamentale per la crescita delle comunità? Con le STU società di trasformazione urbana. Il ragionamento è semplice. Tutte le difficoltà a partecipare ai bandi europei nascono dal fatto che i Comuni non hanno un parco progetti a cui attingere nell’immediato per ottenere finanziamenti. I bandi infatti danno al massimo 30 o 60 giorni per presentare la documentazione occorrente non avendola già bella e pronta è praticamente impossibile partecipare. In precedenza tale ostacolo veniva superato dalle amministrazioni con il sostegno dei professionisti che preparavano a loro spese un progetto e poi nel caso, veniva finanziato, ottenevano le somme per la progettazione. Adesso non è più possibile perché anche lo stesso incarico di progettazione deve essere aggiudicato con un bando pubblico. Praticamente i Comuni sono tagliati fuori dai finanziamenti europei. “Con le STU, no – dice Salvatore Puglisi – perché la normativa prevede che dopo il finanziamento la progettazione può essere riconosciuta al progettista che è socio della stessa società”. L’unica perplessità è che una STU può essere costituita solo come società per azioni con un capitale rilevante. “Soci possono essere i Comuni ma anche gli stessi progettisti e quindi il numero può essere aumentato facilmente con una quota azionaria relativamente bassa”. Qui entra in gioco Sicilia futura che con il suo segretario comunale l’ex sindaco Rino Agnello si è già messa in moto per acquisire disponibilità: “Il nostro obiettivo è coinvolgere, almeno nella fase iniziale, 9 – 10 amministrazioni e altrettanti professionisti. In questo modo sarà più facile costituire la società e offrire ai Comuni i parchi progetti che tanto necessitano”. Il partito ci crede nell’iniziativa: “Prima di agosto abbiamo affrontato il discorso a livello preliminare. La prossima settimana cominceremo a porre le basi per andare sul concreto. Di questa idea – conclude Agnello – che ritengo importante per il territorio coinvolgeremo anche le nostre strutture regionali”. Il problema attanaglia l’intero territorio siciliano e prima bloccava anche le amministrazioni del nord Italia. “Adesso – continua Puglisi – alcune di loro lo hanno superato con le STU che altro non sono che delle società miste pubblico/privato. Attenzione però a farsi prendere la mano trasformandole in carrozzoni politici. Devono essere società snelle che garantiscono alte professionalità a bassi costi”. Insomma niente di nuovo sotto il sole? “Non stiamo inventando nulla. Riflettiamo solo su ciò che altri hanno già creato e che funziona bene”. Per Puglisi questo è un passaggio necessario: “Senza la creazione di queste società le comunità ennesi rimarranno inevitabilmente fuori dai finanziamenti comunitari. Perderemo somme ingentissime sul rischio idrogeologico, sulla ristrutturazione dei centri storici, sulla messa in sicurezza delle città, sui rischi sismici che oggi, dopo la tragedia delle Marche, è da posizionare in primo piano”. Quindi settimana entrante Rino Agnello organizzerà una prima riunione con sindaci, amministratori, professionisti e rappresentanti di imprese.

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