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Nissoria inaugura la nuova piazza

Nel giorno in cui Genova salutava il nuovo ponte San Giorgio, Nissoria inaugurava la piazza “Vecchio Mulino”. “In molti la chiamano villetta ” ha detto il sindaco Glorioso, fiero per la riuscita di una  sua nuova creatura. E di fatti c’è  ragione di tanto orgoglio: la piazza è la celebrazione della  laboriosità contadina,  che esalta il passato, nel rispetto dell’arte  e del lavoro . Al centro della piazza sorge una mezza ruota, che evoca un sole nascente, decorata con i colori e le immagini dei carretti siciliani. La ruota rappresenta la Sicilia in movimento “non ferma a lamentarsi e criticare”, sul muro perimetrale della piazza sono state appese le   23 bandiere degli stati ospitanti, attualmente,  i  casaloti che hanno mantenuto la doppia cittadinanza. Nissorini o figli di nissorini che votano a Nissoria, un migliaio circa. “Abbiamo un nissorino anche in Cina” ha affermato il primo cittadino. La piazza nasce dai ruderi di una vecchia costruzione, un mulino,  di cui ha mantenuto la memoria, eliminandone però  le criticità perché è possibile rimuovere  pericoli e  inestetismi senza spianare le pietre che sono pepite, per i cultori della memoria. La piazza si apre all’uscita nord di Nissoria e accoglie e saluta i passanti con la grazia del bello . E’ un biglietto da visita, è la prima impressione, e quello che resta negli occhi e nella mente di chi passa dal Casale: un paese che cresce e migliora. Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia da Covid-19, ogni momento  è stato ingurgitato dalle ristrettezze sanitarie,  ma dall’uno all’undici di Agosto Nissoria , nel rispetto delle regole vigenti, festeggerà il santo patrono, che   ha salvato il paese dal morbo, ha scritto il sindaco. Sarà che il san Giuseppe del Casale è più  schiffarato o più attento di quello leonfortese e agirino, forse risentiti per le altre santità, ma altrove   le cure e gli accorgimenti per i residenti e gli emigranti non hanno avuto  la stessa forza. Altrove  il Covid-19 è diventato un mantra per non fare quel poco che si poteva fare: “c’è il Covid” ha sostituito l’adagio “c’è la Crisi”. Sarà che altrove, i santi da ringraziare per lo  scampato pericolo, sono veramente  tanti e per ciò si preferisce tacere e non agire. Pazienza.  Quest’anno l’estate nissorina  gioca e vince contro tutto il resto dell’entro terra siciliano, si sposteranno e i leonfotesi e gli agirini e gli assorini e i gaglianesi e i troinesi in piazza Stati Uniti d’Europa  per respirare aria di festa e pregare il santo casaloto.

Gabriella Grasso

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