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Lunedì 13 aprile la nuova puntata di Report

Vi comunichiamo che lunedì 30 marzo alle 21.20 su Rai3 e su RaiPlay (https://www.raiplay.it/dirette/rai3) andrà in onda la nuova puntata di Report. Le inchieste:
IL COSTO DELLA CARNE
di Luca Chianca

collaborazione di Alessia Marzi
Se fino agli anni sessanta il letame prodotto dal bestiame era considerato oro per una piccola azienda agricola, oggi è diventato un problema. Tutto è legato agli allevamenti intensivi in cui poche e grandi aziende gestiscono migliaia di capi in piccoli spazi, con la necessità di smaltire i liquami prodotti che però producono grandi quantità di ammoniaca e nitrati con un forte impatto sia nella formazione del Pm10, sia nell’inquinamento delle falde acquifere. Solo pochi giorni fa è uscito uno studio preliminare della Società italiana medici ambientali che, in collaborazione con alcune università italiane, ipotizza una correlazione tra la diffusione del coronavirus in pianura padana e l’inquinamento da Pm10. Il caso monitorato è quello di Brescia e della sua provincia, che insieme a Bergamo, ha raggiunto il più alto numero di contagi. Ed è a Brescia che siamo stati tutta la prima metà di febbraio a documentare come avvengono gli spandimenti di liquami sui terreni, mentre il virus si stava diffondendo tra la popolazione. Il problema dell’impatto ambientale nella produzione di carne esiste anche se l’Italia è un paese importatore perché non riesce a soddisfare la domanda sempre più crescente. Tra i maggiori produttori, con oltre 200 mln di capi bovini c’è il Brasile, a cui si rivolgono alcuni produttori italiani di bresaola. Siamo partiti per il Mato Grosso e il Parà, nel cuore dell’Amazzonia, per capire quanto gli allevamenti sono legati alla deforestazione e quanto questo possa sviluppare nuove pandemie.

COME NE USCIREMO?
di Paolo Mondani

collaborazione di Norma Ferrara

Con la pandemia avanza anche la crisi economica globale. Ci troviamo di fronte alla più pericolosa delle recessioni economiche. Ma sarà anche un’occasione per rifondare l’economia? Mentre in Europa ci si scontra sugli Eurobond, Report è andata in cerca di risposte dai più influenti economisti del mondo.

PROVE DI SANITÀ DIGITALE
di Michele Buono
Se il Sistema Sanitario Nazionale fosse organizzato come un’infrastruttura digitale, sarebbe possibile integrare dispositivi che consentono il monitoraggio dei pazienti in remoto con i servizi delle strutture sanitarie. In questo modo diminuirebbero le degenze e gli ospedali potrebbero concentrarsi solo sulle patologie acute. Sarebbe un sistema più efficiente, non solo per fronteggiare le emergenze ma anche per gestire l’ordinaria amministrazione, con un grande risparmio sui costi migliorando contemporaneamente la qualità dei servizi.

LA GUERRA DEGLI INFERMIERI
di Lucina Paternesi

collaborazione di Giulia Sabella
«Qui ce so le domande, tra quelle lì… sta’ tranquilla». Diceva così il direttore dell’azienda ospedaliera all’allora presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini.  Neanche un anno fa l’intera classe dirigente del Pd umbro veniva spazzata via dall’inchiesta Concorsopoli, in cui venne arrestato l’ex sottosegretario agli interni Gianpiero Bocci, l’ex assessore regionale alla sanità e indagata, assieme ad altre 35 persone, anche la governatrice Marini. Nelle carte si profila un’associazione per delinquere che, per almeno tre anni, avrebbe pilotato tutti i concorsi all’ospedale di Perugia. Un anno dopo, con l’intera sanità totalmente commissariata, come sta reagendo l’Umbria all’emergenza Coronavirus? Si scontano ritardi e penuria di medici e infermieri e chi lavora oggi in emergenza lo fa con gravi carenze di dispositivi di protezione. Eppure la Regione aveva un piano pandemico fin dal 2007, che non è stato mai aggiornato. La nuova giunta di centro destra ha dato l’incarico di assessore regionale alla sanità a un fedelissimo di Salvini, il geometra Luca Coletto.  In ritardo, rispetto alle altre regioni, è stata disposta la stabilizzazione dei precari mentre gli specializzandi, oltre che le altre categorie sanitarie, hanno già aderito a bandi di altre regioni.

IL LATIFONDISTA
di Giuliano Marrucci

collaborazione di Giulia Sabella
Sette gigantesche tenute, centinaia di migliaia di pecore, decine di migliaia di mucche, migliaia e migliaia di ettari di monocolture di Pini, ma soprattutto tanta, tanta terra inutilizzata, per un totale di oltre 900 mila ettari, come la Regione Marche. Sono i numeri impressionanti dei possedimenti Benetton in Patagonia: il più grande latifondo di tutta l’Argentina. Terra che però le popolazioni locali rivendicano. Sono le combattive comunità Mapuche, che hanno dichiarato guerra ai Benetton.

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