Politica

Il limite (sconosciuto) dell’idiozia italiana

Riceviamo:

Mi domando quale possa essere. In questa campagna elettorale se ne sentono di tutti i colori e di tutti i tipi. Si passa dalle visite gratis dai veterinari (beninteso per gli animali da compagnia, non ancora per gli umani), agli sgravi fiscali per i croccantini, al reddito di cittadinanza, all’abolizione delle tasse universitarie, al reddito di inclusione per finire con un segretario di partito che aveva garantito solennemente in Senato ed in TV che si sarebbe ritirato per sempre dalle scene politiche e che adesso afferma che potrebbe non essere lui il premier se dovesse vincere le elezioni… Bah!

Si passa dal simpatico al ridicolo al patetico ma con un sottofondo offensivo di presa in giro che sinceramente non si riesce ad ignorare.

Se i cervelloni strapagatissimi che pianificano le campagne elettorali dei partiti ritengono che, rivolgendosi alle masse, sia più redditizio, dal punto di vista elettorale, promettere appuntamenti con Belen o abbonamenti Sky (suggerimenti…), piuttosto che parlare di disoccupazione, di crisi, di pensioni, di futuro per i giovani non vedo che due possibilità. O hanno torto, e allora immagino ad esempio un astensionismo e un disgusto record; o hanno ragione, in quel caso che vada al governo una compagine piuttosto che un’altra è l’ultimo dei nostri problemi.

Personalmente faccio outing e dichiaro espressamente che voterò per la coalizione dei croccantini. Chiaramente non per i croccantini ma perché sono fermamente convinto che solo una riforma fiscale che includa anche una flat tax e un riassetto dei servizi possa rilanciare questo Paese e non vedo altri che la coalizione dei croccantini che possa, volendo, realizzarla.

E basta anche con questa favola che la flat tax sia un regalo ai ricchi a danni dei poveri. Abbiamo un disperato bisogno di attrarre investimenti. A vostro avviso se aveste un milione di euro o di dollari da investire li investireste negli Stati Uniti pagando il 21% di tasse e… basta, e usufruendo di servizi di livello “americano”, o in Italia?

Riflettiamo, e usciamo dalla logica della pizzeria dietro l’angolo. Gran parte della produzione industriale europea e non solo si è trasferita in Cina e nel Sud-est asiatico e non torna di certo, il terziario avanzato ed in genere le attività online sono ora giustamente attratti dagli USA, per non parlare della Corea, dell’India e della Russia. Per quale motivo investire in Italia? Per comprare la pizzeria all’angolo?

Dobbiamo creare le condizioni affinché un investitore reputi conveniente investire in Italia e quindi rilanciare l’occupazione, e, non potendo intervenire sul già bassissimo costo del lavoro, abbassare le tasse può essere una buona strategia, se non l’unica, se contemporaneamente si combatte la burocrazia e si riformano le modalità di accertamento ed esecuzione fiscale, altrimenti non si investirà e saranno soldi sprecati. Una montagna di soldi sprecati.

Ma la vera sfida verrà subito dopo.

Convincere gli imprenditori a non reinvestire all’estero i soldi guadagnati in Italia, creare quindi un clima di fiducia a medio-lungo termine.

Chissà, magari tra un croccantino e una dentiera… – Luca Galante

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