Cultura

Chi non sogna un futuro radioso? il nuovo romanzo dell’autore siciliano Mauro Mirci

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Mi sono dedicato, da ragazzo, a scrivere poesie e e canzoni. Risultati, per la verità, discutibili, ma l’importante è fare quel che piace. Verso i diciotto anni, complice l’innamoramento per una che, di me, faceva finta di non accorgersi, scrissi alcune parodie della vita di comitiva. Buttai giù quattro o cinque raccontini dai contenuti abbastanza pruriginosi che, per una serie di circostanze, arrivarono nelle mani della madre della tizia che mi piaceva. E questo è il motivo per cui, di quelle mie prime storie, non rimase nulla. Non so se la signora le abbia bruciate o ridotte a brandelli. Nulla per i posteri, comunque. Più avanti, molto più avanti, scoprii l’esistenza dei concorsi letterari e per un po’ mi sono dedicato a quelli. Uno può pensarne quel che vuole, ma è fuori dubbio che sono una palestra ottima per imparare a scrivere narrativa a tema e a rispettare i limiti di spazio e i termini di consegna. Ti insegnano anche che esiste tutta una quantità di gente che scrive ed è convinta di farlo bene, e talvolta è anche vero. Ecco, quando partecipi con un racconto che, a te, sembra straordinario e arrivi decimo o anche meno, occorre saper accettare che c’è gente più in gamba di te senza per questo decidere di mollare e appendere la tastiera al chiodo.”

foto mirciLa quarta del romanzo “Chi non sogna un futuro radioso”

Una statua. Un soldato seduto con fucile e pallone. Questo vede Lorenzo Nullo in cortile, il primo giorno di lavoro al municipio di Petra Gerace. Non immagina che lo scultore, Michelangelo Scarso, sia anche poeta, pittore naïf e ostinato speculatore edilizio. Le loro vite si incrociano anni dopo: c’è da lottizzare il podere del Gerbinello. L’affare interessa lo stesso Scarso, ma anche il preoccupante Vincenzo Neri e il suo anziano padrino. Lorenzo Nullo è adesso un funzionario privo di scrupoli e sempre compiacente verso il potere. Cinico e spregiudicato fuori dalle mura domestiche, in casa è però oppresso dalla madre e dalle sue sorelle. Tutte vedove. Perché, si vocifera, i mariti hanno preferito morire giovani piuttosto che averci a che fare nella vecchiaia.

Ma nel tran-tran quotidiano di Lorenzo, fatto di tradimenti, episodi boccacceschi, soperchierie e mazzette, s’insinua un imprevisto: il ritrovamento in Russia del primo marito di nonna Carmela, morto durante la Seconda Guerra Mondiale.

Un meccanismo narrativo ben oliato. Un romanzo ironico e disincantato sul marcio e il malaffare dei cosiddetti “colletti bianchi”.

Mauro Mirci (foto) è nato a vive a Piazza Armerina. Con Nulla die ha pubblicato la raccolta di racconti L’impavida eroina eccetera.

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