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Sistema viario: le tante criticità delle strade della provincia di Enna

Pubblichiamo un’interessante riflessione di Giuseppe Maria Amato, dirigente regionale di Legambiente, che coglie, uno per uno, gli enormi limiti del sistema viario della provincia di Enna, partendo da un intervento di Nello Musumeci, governatore della Sicilia, il quale, recentemente, ha inviato una nota all’Anas, sollecitandola a provvedere ad una seria manutenzione dell’A 19 Pa-Ct.

Scrive Amato:

“Il Presidente, che l’autostrada A19 conosce bene, ha investito l’ANAS di gravi responsabilità. Un enorme lughissimo cantiere, i circa 200 Km. di asfalto sono praticamente un unico cantiere che mette a dura prova la guida degi utenti costrettio a barcamenarsi tra cambi di corsia, limiti di velocità, buche, avvallamenti.
Ha chiesto con autorevolezza si provveda ad intervenire presto e bene e non con cantieri sospesi e altri portati avanti con il personale al minimo.
Ora, visto che finalmente si inizia a parlare di strade, di viabilità, vorrei ricordare all’ANAS che oltre che gestire, male, la A19, la stessa società, dovrebbe gestire anche diverse arterie più o meno fondamentali per la vita di decine di migliaia di siciliani. Visto che abito ad Enna parto dall’elencare alcune cose che, invece, accadono proprio attorno la città turrita.
La SS 290, che dal bivio Misericordia dovrebbe portare alle Petralie passando per Alimena è interrotta da anni per una frana in contrada Gaspa, mentre il tratto che va dal Bivio Sambuco sino ad Alimena è praticamente scomparso, letteralmente inghiottito da frane, smottamenti, deterioramento del manto stradale.


La SS 117 Bis, dal Bivio Benesiti al Bivio Ramata, e dal Bivio Ramata al Bivio Furma, è scomparsa. La strada, che unirebbe Caltanissetta a Piazza Armerina, e che serve centinaia di aziende agricole, non esiste più. Di essa rimane un budello sul quale sarebbe vietato procedere che, in corrispondenza del tratto Ramata-Furma, viene inghiottito da diverse colate di fango.
La SS 121, che un tempo fungeva da strada Palermo-Catania, è, nel tratto che attraversa la provincia di Enna, servendo i Comuni di Villarosa, Enna, Leonforte, Assoro, Nissoria, Agira, Regalbuto e Centuripe, interessata da ampi deterioramenti del manto stradale, mancanza di opere di contenimento, mancanza di segnaletiche verticali ed orizzontali, diverse frane e smottamenti.

Stessa cosa per la SS 192, la vecchia “militare” Enna Catania. Se poi si percorre la SS 120, peraltro funestata da diversi incidenti mortali, ci si rende conto di come una arteria di primaria importanza sia stata del tutto abbandonata al suo destino con interventi che si limitano a segnalare e male l’esistenza di pericoli. Su quella strada transitano ogni giorno migliaia di persone, soprattutto studenti, che viaggiano da e per Sperlinga, Nicosia, Capizzi, Cerami, Troina e Gagliano.
Incredibile la SS 288, quella che dovrebbe portare i turisti verso Aidone e Morgantina, la statale, dopo un primo chilometro dal bivio Noce, si trasforma in un budello sul quale è difficile transitare in ambo i sensi già per le auto, con il margine stradale invaso dalle sabbie. Il suo tratto che da Morgantina andrebbe verso la Piana di Catania è poi da non considerarsi di strada pubblica.

Il colmo lo si ha con l’infinita 117 Nord Sud, cantieri oramai archeologici, il tratto Crociate-Vigneta, da demolire per vetustà senza che sia mai stato terminato, quello Vigneta-Mistretta con i lavori lentissimi, la porzione Fiumetto – Leonforte oramai abbandonata alla sola progettazione e messa nel dimenticatoio. Andare oggi da Nicosia ad Enna significa fare 52 kilometri di curve, scaffe, frane, vacche, alberi caduti, sia che si imbocchi la vecchia 117 e si proceda per Leonforte, sia che si pensi di passare dalla SP dell’Altesina. 
Ora, in considerazione che l’ANAS è una società pubblica, sarebbe quanto mai opportuno che la stessa venisse costretta a dichiarare l’ordine delle sue priorità, a dirci se e come vorrà intervenire su quello che oltre che essere un patrimonio è l’apparato circolatorio di una comunità montana già estremamente penalizzata da altre impattanti questioni.
Presidente, lo rompa questo muro, convochi l’ANAS perché no pubblicamente, costringa qualcuno a spiegarci se veramente dobbiamo pensare che l’unica strada sia quella di affidarci ai muli.” Giuseppe Maria Amato
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