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“Le domande che non ci facciamo”, editoriale di Luca Galante

elezioni

Cerchiamo di fare qualcosa che gli italiani di solito non amano fare. Usare la testa. E domandiamoci, ad esempio, il motivo per cui si sta approvando in queste ore una legge elettorale marcatamente proporzionale che genererà, il giorno dopo le elezioni, la necessità di un’alleanza per ottenere un governo.

Perché farla in questo modo? Perché non garantire la governabilità dando un premio, ad esempio, alla coalizione, o favorire le aggregazioni? Sappiamo per esperienza purtroppo che ragioni come: costituzionalità, etica o rappresentatività non sarebbero state un freno.

Quindi? Iniziamo a ragionare. Oltre l’improbabile ipotesi di un Movimento 5 stelle oltre il 40% ci saranno tre schieramenti politici con circa il 33% dei parlamentari ciascuno, di conseguenza ci sarà un accordo di governo Renzi – Berlusconi con una personalità di alto profilo o un vice segretario di partito, sul modello di Letta, a Palazzo Chigi. Per fare cosa?

Nell’irrealistico scenario di un’economia in ripresa, meglio se in grande ripresa, in grandissima ripresa, sulla scorta magari di altri mirabolanti dati ISTAT o di una rinnovata elemosina europea, centro-destra e centro-sinistra se le daranno di santa ragione per un anno o due e alla fine decideranno che non possono andare avanti e faranno un’altra legge elettorale per andare al voto. Quindi non faranno praticamente niente.

Lo scenario più probabile è però leggermente diverso.

Loro sanno che scadono le clausole di salvaguardia, che l’Europa ci ha chiesto una manovra abbastanza pesante, che il Quantitative Easing europeo andrà a finire con il conseguente innalzamento dello spread, che l’Europa ci chiederà di risolvere il problema delle due banche venete praticamente fallite e del Monte Paschi, che prima o poi qualche misura per il rientro del debito la dovremo pur prendere, che l’Alitalia andrà risanata visto che nessuno la vuole… Un conticino da una settantina di miliardi, a meno che non si voglia aumentare l’IVA, che, con sconti, dilazioni, migranti, terremoto, banche che acquisiscono banche, aumento del deficit… potrà scendere a 35/40 miliardi, difficilmente a meno. Chi paga? Noi ovviamente, ma ve li immaginate Renzi e Silvio, seduti attorno a un tavolo, a fare una manovra da 40 miliardi di tasse e tagli?
Ma per piacere.
Significherebbe dare ai grillini la maggioranza assoluta alle successive elezioni. Quindi? O si ritorna a votare, ma gli inquilini del Quirinale sono storicamente restii, oppure, VIVA il governo tecnico (o di larghe intese, o del Presidente, o chiamatelo come vi pare) sempre beninteso per il bene del Paese, che bastonerà a più non posso.

Convinti ora del vero motivo di questa legge elettorale?

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