Cultura

Sanità: l’aumento dei decessi legato anche ai tagli lineari del personale

SOLDI

I dati del bilancio demografico 2015 dell’Istat stimano un incremento del tasso di mortalità dell’11,3% rispetto al 2014, pari a un aumento di 68mila decessi in un anno. Questi dati non permettono al momento un’analisi dettagliata per età e per cause di morte, ma qualora venissero confermati impongono sicuramente più di una riflessione. A cosa può essere imputato questo aumento della mortalità? 
L’invecchiamento della popolazione unito a fattori climatici sfavorevoli e all’inquinamento ambientale (l’Italia ha il primato di morti per inquinamento in Europa: 84.000 decessi nel 2013) sono sicuramente alcuni tra i fattori determinanti, ma il potenziale ruolo legato all’iniquità nell’accesso alle cure sanitarie e all’inefficienza del sistema sanitario, sottoposto da anni a tagli lineari, non possono non essere considerate. Gli eventi avversi, anche mortali, legati al progressivo aumento dei carichi di lavoro, il taglio di posti letto con conseguente creazione di ricoveri “in appoggio”, le infezioni nosocomiali, la riduzione della copertura vaccinale, il peggioramento dello status sociale legato alla crisi economica, potrebbero essere infatti tra i determinanti di questo progressivo incremento.

Uno studio inglese su pazienti post chirurgici andati incontro a complicanze trattabili ha rilevato che il rischio di morte da complicanza in tali pazienti era inversamente correlato al numero di infermieri e medici per paziente.

È di fondamentale importanza che chi ha la responsabilità di dirigere e amministrare gli ospedali valuti periodicamente i carichi lavorativi, individuando gli standard di sicurezza. La riduzione dei costi della sanità deve essere realizzata in modo oculato evitando tagli lineari, nella logica puramente economicistica di abbattere i costi sacrificando il personale. Bisogna essere coscienti che superata una certa soglia, questo tipo di atteggiamento può determinare un eccessivo abbassamento della qualità delle cure e generare un aumento paradosso dei costi sanitari, legato agli outcome negativi, oltre a un aumento esponenziale dei rischi potenzialmente letali cui i pazienti vengono esposti.

Altro elemento da esaminare tra le cause di mortalità è senza dubbio la relazione tra salute, aspettativa di vita ed equità nell’accesso alle cure. È assodato da tempo, e validato da numerosi studi epidemiologici nazionali ed internazionali, che il tasso di mortalità e morbilità aumenta con il progressivo discendere lungo la scala sociale. La percezione comune è in realtà che l’offerta del nostro Ssn sia distribuita in modo universalistico, senza diseguaglianze nel diritto all’ accesso alle cure essenziali e che i determinanti sociali della salute (reddito, scolarità ecc.) influiscano maggiormente sugli stili di vita (abitudine al fumo, all’ alcool, obesità ecc.), sulla prevenzione e sull’ aderenza alle terapie e non sulle cure ospedaliere, gratuite e accessibili a tutti.

In ultimo, e non per questo meno importante, tra le cause di aumentata mortalità potremmo inserire anche la campagna di disinformazione presente su alcuni organi di stampa e sui social network che è in grado di provocare inutili allarmismi, che ha portato per esempio ad una riduzione nel 2014-2015 della copertura vaccinale anti-influenzale di circa il 20% e a un aumento del numero dei casi di infezioni con relative complicanze specie nei pazienti anziani pluripatologici fragili, fattore che indubbiamente ha condizionato l’aumento di mortalità registrato lo scorso anno.

È essenzialmente per questi motivi che la spending review in campo sanitario non può essere utilizzata per coprire il deficit di bilancio e che il sistema non appare in grado di sopportare ulteriori restrizioni. Ma è altrettanto chiaro che la sostenibilità del Ssn non può essere conseguita – e soprattutto mantenuta nel tempo – se continuano a sopravvivere sacche di inefficienze organizzative e gestionali, vicinanze improprie tra gestione del consenso politico e gestione del merito e della qualità professionale, allarmanti fenomeni corruttivi, esasperazioni “consumistiche” della domanda di Salute.

Sanità 24 – Il Sole 24ore

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