Politica

Referendum trivelle: dibattito dei giovani democratici Ennesi

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Si è rivelato una grandissima occasione di confronto il dibattito che i Giovani Democratici della Provincia di Enna hanno effettuato, con un lungo faccia a faccia tra le ragioni del SI e quelle del NO. Si è fatta chiarezza sul quesito referendario, che interessa solo le concessioni nelle piattaforme già preesistenti entro le 12 miglia dalle coste italiane.

Quasi tutti i giovani dirigenti hanno comunque palesato la volontà di partecipare alla consultazione e di esercitare il diritto al voto, evitando di astenersi, contrariamente alle indicazioni del partito a livello nazionale.

insieme alla Federazione degli Studenti e alla Rete Universitaria Nazionale, hanno organizzato sul Referendum del 17 Aprile.

Determinante il contributo degli ospiti Antonio Licciardo (a sostegno dell’astensione) e Maria Elena Mungiovino (a favore del SI).

Licciardo ha rimarcato che il Referendum non interessa un modello di piano strategico industriale nazionale e che anzi risulta dannoso e insignificante ai fini dello sviluppo rinnovabile. Ha sottolineato quanto potrebbe essere deleterio non avere capacità di controllo dei prezzi di petrolio e gas e asserito che non esistono tecnologie a impatto zero. Ha concluso esortando più razionalità e meno demagogia.

Mungiovino ha sostenuto che il petrolio produce corruzione, inquinamento e che, in ogni caso, nonostante incida sul territorio italiano non è, quantomeno non tutto, di proprietà dello Stato. Ha affermato che dire si al Referendum è utile per evitare concessioni a tempo indeterminato che non permetterebbero di rinegoziare il valore del petrolio. Ha esortato l’utilizzo di più mezzi pubblici e mezzi elettrici.

A decine gli interventi dei Giovani

Il Segretario Provinciale dei GD Adriano Licata dichiara: “Siamo riusciti a fare chiarezza sulla disorientante mole di cose dette e scritte ovunque e da chiunque sulle trivellazioni. Un grande esempio di partecipazione e confronto che ci rende fieri del lavoro che facciamo. L’organizzazione giovanile come casa della democrazia e modello di pluralismo”

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