Agricoltura biologica in Italia: Le ultime statistiche

L'Italia è rinomata per il suo cibo delizioso, e gran parte di ciò è dovuto alla qualità della frutta e della verdura coltivate nel Paese. Il clima mediterraneo è ideale per colture come pomodori, olive, agrumi e aglio e, di conseguenza, l'Italia ha sviluppato una forte tradizione agricola. Oggi ci sono più di due milioni di aziende agricole in Italia, e la frutta e la verdura rappresentano una parte significativa della produzione. Il Paese è anche il principale produttore mondiale di vino, olio d'oliva e carciofi. Oltre ad essere una parte importante dell'economia locale, l'agricoltura svolge anche un ruolo fondamentale nel preservare la bellezza naturale dell'Italia. Grazie a un'attenta gestione dei terreni e all'utilizzo di pratiche sostenibili, gli agricoltori contribuiscono a proteggere i paesaggi lussureggianti e la vivace ecologia del Paese.

Negli ultimi anni è cresciuta la domanda di alimenti biologici e coltivati in modo naturale e i produttori italiani di frutta e verdura sono stati in grado di soddisfare questa richiesta con i loro prodotti di alta qualità. Oltre a sviluppare i mercati orto frutticoli interni, gli agricoltori italiani sono diventati protagonisti a livello globale.

Al 31 dicembre 2019, l'agricoltura biologica in Italia rappresenta quasi 2 milioni di ettari di terreno coltivato e oltre 80.000 operatori. Dal 2010 l'incremento registrato è stato di oltre 879mila ettari e 29mila aziende.

La superficie coltivata a biologico ha raggiunto 1.993.236 ettari, ovvero 35mila ettari in più rispetto al 2018, con un aumento solo del 2%. In linea con le tendenze dell'agricoltura nazionale, la produzione continua a basarsi su 3 principali tipologie colturali che costituiscono oltre il 60% del totale: prati permanenti (551.074 ha), piante raccolte verdi (396.748 ha) e cereali (330.284 ha). Seguono, per estensione, gli oliveti biologici (242.708 ha) e i vigneti (109.423 ha). Rispetto al 2018, la variazione percentuale della superficie coperta da questi tipi di colture rimane stabile (con un aumento di circa l'1%) per le piante raccolte verdi e i cereali, mentre i prati permanenti e gli olivi crescono del 2% e i vigneti del 3%.

Tra i seminativi e le colture orticole, che aumentano di poco più di 12mila ettari, sono ancora in espansione le coltivazioni biologiche di grano duro (6%); orzo (3%) e riso (12%); girasole (26%) e soia (15%); erba medica (8%); pomodoro (21%) e legumi (13%). Per quanto riguarda le colture permanenti, nel 2019 hanno raggiunto una quantità complessiva di 480.459 ettari. Rispetto al 2018, sono da segnalare la tendenza all'aumento dell'olivo e della vite, già delineata in precedenza, e la stabilità complessiva di frutti rossi e frutta a guscio. Mentre continua a farsi strada la frutta delle zone a clima subtropicale (in particolare fichi e kiwi, che crescono rispettivamente di 102 e 652 ettari), tornano a crescere le superfici coltivate ad agrumi, con un ulteriore 3%, dopo il calo del 2018. Infine, nonostante il calo (-3%) della frutta delle zone a clima temperato, la produzione di mele e pere cresce significativamente, arrivando a coprire rispettivamente 8.235 e 2.788 ettari.

La distribuzione geografica indica che, anche nel 2019, sono ancora 4 le regioni che totalizzano il 51% della superficie agricola biologica nazionale: Sicilia (370.622 ha), Puglia (266.274 ha), Calabria (208.292 ha) ed Emilia Romagna (166.525 ha). Nel confronto con il 2018, si osserva una tendenza alla diminuzione in Sicilia (-4%), mentre Puglia, Calabria ed Emilia Romagna registrano un aumento rispettivamente dell'1%, del 4% e del 7%. Ulteriori miglioramenti significativi si registrano nella Provincia autonoma di Trento (31%), in Veneto (25%) e in Umbria (8%).

Nel 2019 gli operatori biologici in Italia sono più di 80.000: circa 1.600 nuovi operatori entrano nel sistema di certificazione dell'agricoltura biologica, portando il totale delle aziende registrate a 80.643 (+2% rispetto al 2018). Di questi, 58.697 sono produttori esclusivi (aziende agricole) che registrano un leggero calo (-0,4%) rispetto all'anno precedente; 9.576 trasformatori esclusivi1 apportano un 3% in più al segmento; mentre i produttori/trasformatori ammontano a 11.843, con un aumento del 14%; infine, gli importatori totali arrivano a 527, segnando un aumento del 12%.

Le Regioni con il maggior numero di operatori sono Sicilia (10.596), Calabria (10.576) e Puglia (9.380). Nonostante la loro posizione di leadership, le due regioni con il maggior numero di operatori vedono una diminuzione percentuale nel 2019 rispetto al 2018, mentre in alcune regioni l'agricoltura biologica cresce in modo significativo: è il caso di Marche (+32%), Veneto (+13%), Lazio (+8%) e Umbria (+6%). Mentre l'Umbria conferma nel 2019 la crescita già iniziata nel 2018 (+8%), altre regioni come l'Emilia Romagna (+2%), la Lombardia (+3%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (+4%) mantengono un trend in crescita già registrato nel 2018.

La categoria degli importatori di prodotti biologici comprende operatori che sono importatori esclusivi o produttori e/o trasformatori allo stesso tempo. L'importazione di prodotti biologici da Paesi terzi è disciplinata dal Regolamento (CE) n. 834/07, dal Regolamento (CE) n. 889/08 e dal Regolamento (CE) n. 1235/08 e dalle loro successive modifiche e integrazioni. I dettagli su questo argomento saranno forniti più avanti nella sezione corrispondente di questo rapporto.

Per quanto riguarda la distribuzione regionale degli importatori, vale la pena notare che le attività di importazione riguardano principalmente il Centro-Nord Italia, con il 68% degli operatori localizzati in 5 Regioni di quest'area.

La quota di agricoltura biologica sui dati nazionali (ISTAT SPA 2016) indica che, in Italia, l'agricoltura biologica rappresenta il 15,8% della SAU nazionale.

I dati di superficie per aree geografiche evidenziano che, in Italia, ogni 100 ettari di SAU ce n'è uno biologico: 5,7 ettari nel Nord-Ovest; 10,1 ettari nel Nord-Est; 21,0 ettari nel Centro; 20,4 ettari nel Sud e 18,7 ettari nelle Isole.

Le aziende biologiche in Italia rappresentano il 6,2% del totale delle aziende agricole. Il Nord-Est, il Sud e le Isole non sono in linea con questo valore, mostrando una variazione massima di +-0,5%, mentre la quota raggiunge il 4,8% nel Nord-Ovest e l'8,2% nel Centro del Paese.

I dati sulla dimensione media delle aziende agricole nel 2019 indicano che la dimensione media di un'azienda biologica in Italia è di 28,3 ettari, contro la media nazionale di 11,0 ettari. Anche nel 2019, questo dato è ancora elevato, a causa della differenza tra la quota nazionale di superfici biologiche (15,8%) e di aziende agricole biologiche (6,2%).

Per quanto riguarda le aree geografiche, la differenza maggiore si riscontra prevedibilmente nel Centro e nelle Isole, mentre c'è una variabilità più limitata, anche al di sotto della media nazionale di 28,3, nel Sud, nel Nord-Ovest e nel Nord-Est del Paese, dove le aziende biologiche coprono in media 24,6, 23,2 e 22,2 ettari rispettivamente.

L'acquacoltura biologica ha continuato a svilupparsi nel 2019: infatti, il numero di operatori del settore è aumentato fino a 59, apportando un ulteriore 11% al settore rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le Regioni del Centro-Nord rappresentano circa il 75% degli operatori nazionali, soprattutto nella mitilicoltura e nella molluschicoltura. Le Regioni del Centro-Sud, invece, si affidano soprattutto all'allevamento di spigole e orate.

Al 31 dicembre 2019, in Italia gli allevamenti biologici registrano un aumento numerico limitato, rispetto al 2018, solo per i bovini (+4%); si registra invece un calo di oltre il 10% per i suini, gli ovini, i caprini e gli equini, che portano a una diminuzione complessiva di 7.858, 84.187, 10.637 e 2.716 capi, rispettivamente. Nello stesso periodo, invece, si osserva una tendenza all'aumento per l'allevamento di pollame, con una crescita del 14%, pari a quasi 4 milioni di capi. Infine, la produzione di miele biologico dovrebbe espandersi grazie a un aumento del 10% del numero di alveari, raggiungendo le 182.125 unità.