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Brucia L’Altesina

Sabato alte colonne di fumo  nero  si sono levate nel cielo per tutto il giorno e l’intera notte. il Monte Altesina è stato incendiato. Sui social  numerosissimi i post di rabbia per  un monumento naturale divorato dalle fiamme, ma la rabbia passa e i danni ecologici e ambientali restano. Ancora una volta la criminalità agisce, distruggendo la nostra terra e lo Stato subisce impotente. La ragionata azione ha sfruttato con calcolo e pianificazione il vento di scirocco e i danni sono  incommensurabili e certo i tentativi dei pochi uomini dell’antincendio  vani. I mezzi per contrastare gli incendi sono pochi e ieri i canadair e gli elicotteri saranno stati impegnanti altrove perché l’esercito dei piromani organizzati è assai più numeroso dei pompieri e poi l’Altesina è solo il centro della Sicilia, la vetta da cui il geografo arabo Edrisi concepì la divisione in tre vali: Demone, Noto e Mazara. L’Altesina è ricca di antiche vestigia e di varietà floro-faunistiche ed  è solo il polmone dell’entro terra siciliano, che elettoralmente vale poco. l’Altesina brucia perché: la mafia degli incendi così bonifica interi pezzi di territorio e se  vero è, che nei territori bruciati la legge-quadro per la lotta agli incendi proibisce l’edificazione per quindici anni altrettanto vero è, che  i territori bruciati vengono definiti  zona agricola e non pascolo e per le zone agricole la legge non entra in vigore; perché bruciando si fa spazio a nuove possibili discariche; perché i lavoratori pubblici e privati dell’antincendio lavorano solo se ci sono incendi e i lavoratori dell’antincendio costituiscono un bacino consistente di voti. Il fuoco è un’arma contro lo Stato, che non ha possibilità di far fronte all’ennesima cronica emergenza se non militarizzando il corpo forestale e emanando leggi facilmente ingannabili.

Gabriella Grasso

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