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Leonforte: deceduta la Prof.ssa Giovanna Maria

Leonforte – Da un paio di giorni si trovava all’ ospedale Umberto I di Enna e le era stato praticato il tampone per capire se fosse stata contagiata dal Covid-19. Ma nel frattempo, prima ancora che arrivasse l’esito, stamattina se n’è andata la professoressa Giovanna Maria, intellettuale e passionaria, presidente dell’Università Popolare di Leonforte. Docente in pensione, il suo impegno instancabile in favore della salvaguardia anche critica delle tradizioni, della storia, della cultura e dei costumi leonfortesi, l’aveva resa nel tempo un punto di riferimento per politici, studiosi e giornalisti.

La Professoressa è morta nei giorni del Coronavirus, ma non sappiamo ancora quale sia la causa del decesso.

Francamente non riesco neanche a scrivere un articolo “normale”, parlando di Giovanna Maria, la Professoressa, come l’ho sempre chiamata dandole del lei, nonostante un’amicizia unisse le nostre famiglie sin da quando ero piccolissimo. Lei ovviamente, avendomi visto crescere, mi dava del tu e avevamo un rapporto complicato, per questo ancor più bello: affettuoso, quando parlavamo di mio padre e delle sue opinioni drastiche sulla politica e su determinate persone (idee che spesso condividevano, nonostante i miei vani tentativi di moderazione); costruttivo, quando cercavamo di lavorare assieme; ai limiti del conflittuale, nelle occasioni non rarissime in cui non condivideva la mia eccessiva fiducia nei confronti del prossimo.

Ma quei brevi conflitti, la passione con cui portava avanti le sue ragioni, sono tra i ricordi più forti che mi restano di lei. Come quando, al termine di un suo brusco rimprovero telefonico (per usare un eufemismo), ammisi di avere torto e glielo dissi; senza considerare che così l’avrei fatta solo arrabbiare di più. Sbottò: “Non mi importa di avere ragione”; salvo mettersi a ridere trenta secondi più tardi, quando le chiesi, colpevolmente: “Ma rimaniamo amici?”.

Sono andato spesso a trovarla a casa sua. In genere perentoriamente “convocato” da lei, se c’era da affrontare un’emergenza comune. Altre volte su mia iniziativa, per chiederle un consiglio su cosa fare in determinate circostanze. E i suoi consigli – di cui sento già la mancanza – erano sempre lucidi, lungimiranti e disinteressati. Andai a farle visita due settimane prima di accettare l’incarico di presidente della Pro loco di Leonforte, cosa che feci solo dopo che mi avesse promesso il suo aiuto, pur restandone fuori, per qualunque “problema serio”. Una promessa che ha sempre mantenuto, dandomi dei suggerimenti che mi saranno da guida anche per il futuro.

Gli ultimi messaggi che ci siamo scambiati risalgono al 2 marzo scorso. Mi chiese fino a quando sarebbe stato possibile utilizzare il salone del pianterreno di Villa Bonsignore per le lezioni dell’Università Popolare, nonostante le prossime attività di San Giuseppe. E le promisi che ci sarebbe stato sempre a disposizione “un angolo”, come diceva lei, per le loro lezioni, a costo di smontare tutto per poche ore. Poi però l’emergenza sanitaria sconvolse i piani di tutti e mi chiamò, neanche ventiquattro ore dopo, avvertendomi che tutto era sospeso per il rischio del Coronavirus. L’Università Popolare, uno dei più fulgidi esempi di come l’amore per il sapere e per il territorio possa costituire il perno su cui lasciare un’impronta civile in favore della tua città, è forse l’eredità più importante che ci lascia. Un’eredità che Leonforte non può permettersi di disperdere.

Non potremo partecipare ad alcun corteo, per ricordare la Professoressa. Non potremo dare un bacio alla tomba né accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Ma sono certo che da lassù potrà vederci uno per uno: capirà perfettamente chi è davvero dispiaciuto per la sua morte e saprà distinguerlo, con il suo proverbiale senso critico, dai messaggi di quanti non le hanno mai voluto il bene che meritava. Sono certo di immaginare la sua risata, infine, da lassù, osservando la piccolezza di certi comportamenti umani sui social – quello stesso Facebook che lei utilizzava con costanza e disinvoltura, stigmatizzando sempre fake news e campagne d’odio – capaci di rivelarsi mediocri anche di fronte a un tema assoluto come la morte.

Arrivederci Professoressa, da lassù preghi per noi

Jose trovato

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