Musei: il Cobas-Codir invita il governo regionale a fare la propria parte
Sicilia – Esattamente due anni fa il sindacato Cobas Codir aveva denunciato agli organi di stampa l’irreale situazione in cui il personale regionale dei beni culturali con particolare riferimento alla fruizione, tutela e vigilanza, in molte realtà, è costretto a operare. Purtroppo condizioni note anche ai malavitosi che già in passato hanno saccheggiato gli incassi, talvolta settimanali, che giacciono in luoghi anche privi di cassaforte.
Lo ricordano Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas-Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano) movimento che aderisce al Cobas-Codir.
“Abbiamo anche rivendicato – sottolineano i sindacalisti del Cobas Codir – il potenziamento degli organici di ciascun sito culturale ormai al di sotto dei minimi consentiti dalla normativa vigente. Abbiamo chiesto altresì di dotare i siti di tecnologie atte a rafforzare il sistema di sicurezza, mettendo in primo piano soprattutto la salvaguardia dei lavoratori e l’eliminazione della liquidità del denaro, proveniente dall’acquisto dei ticket di ingresso.”
Ma il Dipartimento Beni Culturali – si legge nella nota sindacale – senza prima procedere ad ammodernare il sistema ha, invece, recepito un decreto ministeriale concernente le norme per l’istituzione del biglietto di ingresso nei siti, estendendo il principio della gratuità ad alcune categorie di persone, istituendo al contempo un apposito registro dove annotare a mano gli aventi diritto, indicando la data, nome, cognome e documento di riconoscimento, motivo del rilascio del biglietto gratuito e/o ridotto e sigla del personale addetto alla biglietteria.
“Se da un lato si può condividere, – dicono i sindacalisti – un siffatto provvedimento, per vanificare ogni speculazione legata alla gratuità dei biglietti di ingresso, dall’altro diventa concausa di lunghe file mostruose che si generano proprio all’ingresso dei siti culturali siciliani.
Chiediamo – concludono i sindacalisti di Cobas/Codir e Cu.Pa.S – all’Assessore ai beni culturali che, attualmente, è il Presidente della Regione, di farsi promotore, nei confronti dell’Assessore della Funzione Pubblica, per sbloccare i pagamenti arretrati taluni risalenti persino al 2017, della programmazione di un processo che tenda ad ammodernare i sistemi di sicurezza dei siti culturali siciliani e di avviare una iniziativa di legge per permettere l’acquisto online dei ticket di ingresso che, oltre a scoraggiare i malavitosi, rappresenterebbe un segnale di modernizzazione, un ulteriore mezzo di diffusione e pubblicizzazione delle meraviglie culturali siciliane.
Invitiamo il dirigente generale del dipartimento beni culturali a convocare un apposito incontro sindacale dove serenamente affrontare la problematica, non più derogabile, della carenza di personale di ciascun sito culturale e di ciascun ufficio amministrativo, stante quanto già suffragato in materia da un’apposita delibera di Giunta di Governo.