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Scuola: emendamenti salva-precari, così i diplomati magistrali saranno assunti

Ci siamo, la salvezza per i diplomati magistrali è a portata di emendamento. La maggioranza Lega-Cinque Stelle utilizzerà, come si è sempre fatto in politica, il cosiddetto Decreto dignità per mantenere dentro la scuola diversi precari destinati – senza il superamento di un concorso – alle supplenze o all’espulsione. Tra i salvati ci saranno gli ormai famosi diplomati magistrali (o, meglio, le diplomate magistrali).

L’emendamento di maggioranza – che potrebbe essere già votato in queste ore, mentre il termine per la conversione in legge del decreto è fissato al prossimo 2 agosto – prevede un concorso a cattedra straordinario per diplomati magistrali (49.199) e laureati in scienze della formazione primaria nuovo ordinamento (8.000 laureati più 40 mila studenti spesso chiamati a fare supplenze poi non riconosciute). Potrà accedere al nuovo concorso su misura chi ha un diploma magistrale abilitante e gli stessi laureati in scienze della formazione primaria purché, negli ultimi otto anni scolastici, “abbiano svolto almeno due anni di servizio specifico anche non continuativo su posto comune o di sostegno”. Due stagioni di supplenze, anche a spezzoni.

Il concorso, come si legge nell’emendamento e come è stato più volte anticipato, non sarà selettivo e il punteggio sarà composto in questo modo: 70 punti per i titoli (il servizio, da solo, ne varrà 50) e 30 punti per la prova orale di natura didattico-metodologica. Tra i titoli valutabili ci sarà il superamento di concorsi precedenti e altre abilitazioni di livello universitario. Chi passerà la nuova prova – ovvero chiunque, Dm e Scienze della formazione, avrà fatto due anni di supplenze – entrerà nella cosiddetta graduatoria di merito, quella che porta all’assunzione attraverso i concorsi passati (vedi “Repubblica” del 6 giugno). L’altra strada per entrare in ruolo – 50 e 50 – resta quella delle Graduatorie a esaurimento (Gae). Le nuove graduatorie di concorso o di merito (Gm) avranno, quindi, questo ordine: concorso 2016 (che, si specifica, mantiene priorità), a seguire concorso straordinario e, quindi, concorsi ordinari banditi con cadenza biennale.

Sta arrivando, riassumendo, la sanatoria per i diplomati magistrali – una prova senza selezione, quindi finta – promessa da Lega e Cinque Stelle in campagna elettorale. L’atto del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che lo scorso 2 luglio ha congelato per quattro mesi la sentenza plenaria del Consiglio di Stato che aveva allontanato dalla cattedra e dalle Graduatorie a esaurimento le diplomate magistrali, viene superato da un emendamento di maggioranza che entrerà nel Decreto dignità.

Un altro emendamento sul tema, sempre di maggioranza, rispetta la sentenza plenaria solo per le 5.655 maestre già in ruolo che hanno firmato un’assunzione con la clausola di rescissione. Quando arriverà per ciascuna di loro la sentenza, “per continuità didattica”, saranno trasformate in supplenti fino al 30 giugno 2019. Quindi, saranno inserite anche loro nella graduatoria Gm per una futura cattedra.

La beffa per le laureate
L’emendamento principe, apparentemente, tira dentro il pre-ruolo (le Graduatorie di merito, appunto) i laureati in Scienze della formazione primaria, docenti più aggiornati e giovani. In realtà quasi nessuno dei 48.000 interessati ha fin qui messo in fila due anni di supplenze. Per loro servirà un concorso regolare, selettivo. Emma Villani, presidente del Coordinamento nazionale di Scienze della formazione primaria, è dura: “Questo emendamento è contro di noi e a favore di chi ha ripescato un diploma magistrale dal cassetto dopo anni in cui ha fatto altro. Permette agli improvvisati di essere sanati e di fare danni alla scuola pubblica. Hanno voluto salvare le diplomate che hanno famiglia e affossare i laureati che non ce l’hanno. Altro che cambiamento, neppure la Dc faceva compromessi di questo tipo”.

Le precarie storiche presenti nell’altra graduatoria Gae (23.788) non vengono direttamente penalizzate, ma protestano per la mancanza di selezione per scegliere maestre che insegneranno all’infanzia e, soprattutto, alle elementari: “Non ci sarà uno scritto. Non ci sarà un controllo minimo sulle competenze ortografiche, grammaticali, sulla conoscenza dell’inglese delle nuove assunte. Molte di loro, ricordiamolo, ai concorsi ordinari sono state bocciate”. Il problema di questo nuovo concorso straordinario è proprio nel non essere selettivo, come lo ha voluto il senatore Mario Pittoni, presidente leghista della commissione Istruzione.

Con questa scelta si aprono altri due ordini di problemi. Al Sud, dove oggi non si riescono ad assumere i vincitori dei precedenti bandi, le diplomate magistrali resteranno ingolfate per anni in fondo alla graduatoria. Avranno certezza di essere assunte prima o poi, ma i tempi, senza investimenti sul potenziamento e su nuovi istituti scolastici, resteranno lunghi. Infine, c’è il concorso ad hoc per precari di seconda fascia approvato dal precedente governo e che prevedeva un percorso di formazione interno alle classi (Fit). Resta congelato e il ministro Bussetti non fa sapere quale sarà la sua sorte.
· Il salva-idonei e il salva-36 mesi
Con il Decreto dignità, grazie a un altro emendamento di maggioranza, le graduatorie di merito in cui sono inseriti gli idonei del concorso 2016 (idonei, non vincitori) non scadranno al prossimo bando, ma avranno validità fino all’ultima assunzione. A colpi di emendamento saranno salvati anche i cinquemila docenti che hanno fatto supplenze per oltre tre anni, anche non continuativi, e che – secondo la Buona scuola – non avrebbero diritto a un ulteriore incarico: per continuare a insegnare avrebbero dovuto provare a superare, appunto, un concorso nazionale.

Fonte: articolo di CORRADO ZUNINO www.larepubblica.it del 25 Luglio 2018

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