Politica

Lettera aperta a Matteo Renzi di Angiolo Alerci

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la cerimonia inaugurale della Fiera del Levante a Bari, 13 settembre 2014. ANSA/LUCA TURI

 

Caro Segretario.

Il 27 aprile 2014, nel momento in cui le polemiche avevano assunto toni forti e forme inaccettabili, non solo  nel Parlamento, ti avevo trasmesso nello spirito della tua richiesta di collaborazione una possibile  proposta  per la composizione del previsto nuovo Senato.

Alla mia proposta, accettata integralmente dalla  Commissione parlamentare, vennero dalla stessa inserite clausole che, con le ulteriori integrazioni che ne stravolgevano la funzione prevalente di “ Senato delle Autonomie” apportate in sede di discussione dal Parlamento, furano la vera causa dell’affossamento della riforma del Senato , sancito dal risultato negativo del referendum.

Oggi è stato dichiarato il fallimento  dell’iniziativa tentata con il fasullo accordo con Berlusconi, Grillo e Salvini.

Già le esperienze fatte da te e da D’Alema con Berlusconi, che per ben due volte non aveva rispettato un accordo “raggiunto”, ne facevano prevedere un complicato esito tenuto anche conto del nuovo ingresso di altri  due elementi particolari: Grillo e Salvini.

Anche in questa occasione, dopo l’infelice esito dell’ultimo tentativo,

ho pensato di ripetere quella mia iniziativa nella speranza che possa questa volta possa contribuire ad ottenere un risultato diverso.

Da circa cinquant’anni, con una meticolosità particolare, mi sono soffermato sulla necessità della totale modifica del nostro sistema elettorale, con numerosi articoli pubblicati su diversi giornali on line e consacrati nei miei due volumi di “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana” che ho avuto il piacere e l’onore di farti pervenire.

A maggiore conferma di ciò ti trasmetto fotocopia  della lettera indirizzatami il 13 marzo del 2012 dalla  Presidenza della Camera   dei Deputati che così si espresse:

Al riguardo desidero comunicarLe che il Presidente ha disposto che copia della sua lettera sia trasmessa alla Commissione parlamentare competente, affinchè i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione e assumere le iniziative che ritengano opportune” .

Questa mia proposta, di una sconcertante semplicità,  potrà non solo trovare largo spazio all’interno del Parlamento, ma essere accettata dagli elettori che tornerebbero ad essere il vero centro del motore  in occasione delle elezioni.

Il nostro paese conta circa 60/milioni di abitanti ed è suddiviso, per il Senato, in 218 collegi elettorali per la elezione di n. 315 Senatori.

Suddividere il paese in 315 collegi uguali sia per la Camera che per il Senato,

Da una parte verrebbe corretta l’anomalia creata per Senato, della elezione di n.315 senatori in m.218 collegi, dall’altra aiuterebbe a realizzare il consiglio del nostro Presidente della Repubblica di armonizzare le due leggi.

Per il Senato confermare il sistema uninominale ”puro” e consentire la elezione del candidato maggiormente suffragato nel collegio.

Per la Camera liste formate da 5/6 candidati per   l’elezione dei   deputati con il sistema proporzionale di ripartizione dei seggi a livello nazionale, e con l’ indicazione del voto di preferenza.

Si otterrebbe la vera rappresentanza territoriale che potrebbe contribuire a riavvicinare il popolo alle istituzioni.

Spero che questa mia ” semplice “ proposta possa essere valutata c on serenità.

Con gli auguri di buon lavoro, cordialmente

 

Angiolo Alerci

 

 

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