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Sicilia: Ex Province verso il fallimento

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Enna – Le ex province della Sicilia, in attesa di diventare Liberi Consorzi, vanno verso il fallimento. Due commissari si sono dimessi. Le ex Province siciliane sono ancora commissariate, la fase “tre”, con l’elezione (di secondo grado) degli amministratori, è prevista per il secondo semestre dell’anno

Lo stanziamento di 230 milioni approvato nell’ ambito della Finanziaria non risolve i problemi di cassa, che potrebbero portare a breve al licenziamento dei precari e alla mobilità per i dipendenti di ruolo.

A lasciare l’incarico sono stati Marcello Maisano (Agrigento) e Alessandra Diliberto (Caltanissetta). Ma, secondo insistenti boatos, anche altri commissari sarebbero pronti a dimettersi nei prossimi giorni. Non a caso tutti e 9 appena la settimana scorsa avevano firmato una lettera in cui denunciavano la crisi irreversibile delle ex Province e l’esigenza di dover attuare provvedimenti dolorosi.

I primi effetti si sono verificati a Ragusa dove sono stati sospesi i servizi di trasporto e assistenza per gli studenti disabili. La finanziaria regionale non ha previsto il contributo straordinario per il Libero consorzio comunale di Ragusa per coprire il disavanzo economico del 2015 di 2,3 milioni di euro.
E, non potendo contare sulla copertura necessaria, il dirigente del settore politiche sociali, Raffaele Falconieri, non ha potuto fare altro che sospendere i servizi di trasporto e assistenza per gli studenti disabili .

Disagi anche a Trapani, con tagli nel campo dei servizi sociali e delle pubblica istruzione. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Uil Fpl Trapani Giorgio Macaddino. “La situazione diventa sempre più disastrosa, giorno dopo giorno – afferma Macaddino -. Con una nota al presidente della Regione Sicilia, il commissario straordinario del Libero consorzio trapanese comunica nuove criticità finanziarie all’Ente che porteranno a nuovi tagli con gravi conseguenze sui servizi essenziali forniti al territorio. Non è bastata la spending rewiev degli ultimi anni, l’ente non potrà fronteggiare necessità basilari, tagliando servizi di natura sociale e nel campo della pubblica istruzione”. 

Dalla nota indirizzata al Governatore siciliano si evince che per quel che riguarda i servizi sociali non sarà possibile assicurare l’assistenza alla comunicazione l’assistenza igienico-personale agli studenti disabili, il pagamento delle rette agli alunni disabili che frequentano convitti, il pagamento dei trasporti agli alunni con disabilità e il pagamento dei sussidi per garantire il sostentamento di famiglie con parenti portatori di handicap. Per quel che riguarda, invece, la pubblica istruzione non sarà possibile pagare gli affitti di alcuni edifici scolastici, il pagamento dei trasporti degli studenti alle palestre, il pagamento di utenze telefoniche, elettriche, idriche e del gas.

Già nei giorni scorsi – aggiunge il segretario Uil Fpl – abbiamo denunciato come una gestione non oculata dell’ex Provincia stia provocando gravi disagi, da un lato si vanno ad intaccare servizi di fondamentale importanza, dall’altro si spinge l’Ente in una situazione economica pericolosa che potrebbe mettere a rischio il futuro lavorativo del personale”.

Giorgio Macaddino chiede, dunque, un confronto immediato con il commissario straordinario del Libero Consorzio di Trapani Giuseppe Amato “per trovare insieme soluzioni alle criticità gestionali e finanziarie dell’Ente, anche tramite il coinvolgimento della Regione Siciliana”.

Anche Anci Sicilia interviene sullo stato comatoso delle ex province siciliane.

Per Paolo Amenta, vice presidente dell’associazione dei comuni siciliani“le conseguenze di questa situazione stanno determinando un grave pregiudizio in settori vitali come la manutenzione delle strade provinciali, la gestione delle scuole secondarie e nel garantire i livelli minimi dei servizi socio-assistenziali per i disabili. Vi è, in quest’ultimo caso, il forte rischio che le famiglie coinvolte possano contestare la mancata erogazione di servizi essenziali – conclude – con conseguenze anche di natura giudiziaria oggi in capo agli attuali commissari e domani in capo agli amministratori dei comuni che si assumeranno l’onere di gestire liberi consorzi e città metropolitane”.

“Si tratta di commissari di nomina regionale che non hanno potuto che prendere atto di una situazione ingestibile – dicono dall’ Anci a proposito delle dimissioni dei commissari – i cui nodi fondamentali, dall’ equilibrio finanziario dei bilanci al futuro del personale, non sono stati mai realmente affrontati. Non possiamo che esprimere una grave preoccupazione circa l’ idea che, da qui a pochi mesi, la gestione di tali Enti venga affidata agli amministratori locali sulle cui spalle grava già la difficilissima situazione dei comuni”.

Fonte: Ilmattinodisicilia.it

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