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Una proposta per il sinodo sulla famiglia

Galante Luca

In questi giorni si svolge a Roma il sinodo sulla famiglia in preparazione al giubileo straordinario della misericordia che sta per partire. L’atmosfera è scossa dal coming out di un monsignore che ha pubblicamente dichiarato di essere omosessuale e di avere un compagno di cui è profondamente innamorato. I gusti e le tendenze sessuali di un uomo di chiesa, finché restano nell’alveo della legalità, dovrebbero restare nella sfera privata del singolo quindi né sbandierate né criticate, ma il fatto che queste dichiarazioni siano state fatte in questi giorni rischia di vincolare i lavori del sinodo. E sarebbe un peccato. La Chiesa è sempre stata storicamente restia ad adattare i propri principi ai cambiamenti della società a volte creando frizioni laceranti, basti pensare ai temi del divorzio, dell’aborto e dell’eutanasia. Ha sempre affrontato questi temi, dal suo punto di vista giustamente, come durissime battaglie alla fine delle quali si vinceva o si perdeva in maniera netta, senza appello.

Forse, da umilissimo credente, posso rilevare che le sconfitte su alcuni di questi temi, se sconfitte si possono considerare, sono state determinate da condizioni storiche contingenti e queste condizioni possono cambiare e sono cambiate.

Consideriamo la legge sull’aborto. Quando fu approvata, quasi 40 anni fa, era il simbolo dell’emancipazione femminile, era la rivendicazione della parità dei diritti uomo-donna, si inseriva in un contesto storico dove la famiglia era quella classica, in molte zone di Italia fortemente patriarcale, non c’era questo forte utilizzo dei mezzi anticoncezionali e una donna con figlio o figli piccoli senza il marito era considerata quasi una poco di buono. C’era ancora, talvolta, la consuetudine della “fuitina” e del successivo matrimonio riparatore.

Eravamo in un altro mondo.

Oggi il concetto di famiglia è cambiato e la donna ha raggiunto la piena parità dei diritti con l’uomo quindi mi domando se quella legge si può modificare.

Sarebbe tanto assurdo che il sinodo sulla famiglia si occupasse anche di proposte in tal senso?

Nessuno vuole toccare i diritti delle donne, ma sarebbe così inconcepibile oggi proporre alle donne delle soluzioni alternative all’interruzione di gravidanza? In America una donna che non vuole il nascituro può decidere di darlo ad un’altra famiglia, rigidamente selezionata, che le paga anche le spese ospedaliere e, talvolta, resta in contatto con lei anche dopo il parto. E’ così inverosimile? E’ così assurdo ai giorni nostri pensare che la donna che non vuole o non può crescere il bambino possa affidarlo al padre naturale pur di non abortire?

Siamo in periodi cupi però una proposta in tal senso, un faro acceso nel buio che avvolge questo tema, che provenga dal sinodo, e che riesca, in prospettiva, a far venire al mondo anche solo un bambino in più sarebbe un segnale più bello ed importante di tanti viaggi all’estero e di tante futilità.

Dott. Luca Galante

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