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Presentazione dell’ebook XXXV Premio Città di Leonforte con I Pupi di Surfaro in concerto

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Al Cine Teatro di Leonforte dei fratelli D’Angelo, giovedì 15 dicembre, in occasione della presentazione dell’ebook XXXV Premio Città di Leonforte, Concorso Nazionale di teatro e micronarrativa, ha avuto luogo il programmato concerto della band siciliana I Pupi di Surfaro, di recente vincitrice del premio assoluto “Band of the Year” e “Premio della critica” al Tour Music Fest di Roma e del “Premio Andrea Parodi 2016”, nonché finalista del “Premio Fabrizio De André” all’auditorium Parco della Musica di Roma.

Alessandra Maria, responsabile della sezione di micronarrativa del Premio città di Leonforte, prima di dare inizio all’annunciato concerto della band “I Pupi di Surfaro”, con padronanza scenica e appropriate domande, ha posto al sindaco Francesco Sinatra, all’assessore alla cultura e pubblica istruzione Rosa Elena Pedalino e alle politiche giovanili Angelo Leonforte e ad Angelo Gervasi, responsabile dell’Ufficio Eventi del Comune di Leonforte, degli interrogativi per lungo tempo irrisolti sulla valenza culturale del premio e sull’utilità del suo proseguimento.

Per il sindaco Sinatra, la XXXV Edizione del premio Città di Leonforte, per il successo di pubblico e la numerosa partecipazione di concorrenti, è stato una bella soddisfazione da ripetere negli anni a venire.

Per l’assessore Pedalino, il prossimo anno si punterà molto sulle scuole, data la potenzialità recentemente espressa dagli studenti durante la loro partecipazione ad uno spettacolo teatrale.

Per l’assessore Leonforte, il premio Città di Leonforte, dopo tre anni di sospensione per motivi economici, è stato riproposto nella nuova veste di Premio di micro narrativa e di teatro con l’obiettivo a lungo raggio, da sviluppare durante tutto l’anno, per realizzare una crescita turistica ed economica della città di Leonforte.

Per Angelo Gervasi, il format del premio è quello dei Festival Culturali che abbracciano più arti e che hanno avuto e stanno avendo successo, perché la gestione alla vecchia maniera di un evento culturale da parte di un ente pubblico è difficile e antieconomica. In cinque anni, tramite una sinergia tra pubblico e privato, si possono avere dei risultati economici.

Per Walter Amorelli, presidente della giuria tecnica per la sezione teatrale, il premio va continuato. Per l’esperto produttore teatrale, è stato una magia aver scelto come location del premio la vecchia stazione di Leonforte. Il prossimo anno una sua produzione teatrale avrà Leonforte come città di residenza.

Per Gabriella Grasso, presidente di giuria per la micronarrativa, la sezione di micronarrativa è stata innovativa e ha dato voce alle emozioni che ci sono nel nostro territorio. I lavori presentati, a suo dire, sono stati perfetti nella sintesi, nella trama, nel racconto, apprezzabili per aver fatto risaltare la bellezza di Leonforte.

Enza Barbera, una delle volontarie che hanno contribuito alla riuscita del premio, ha raccontato la sua esperienza di lavoro assieme al gruppo capitanato dall’attore-presentatore Sandro Rossino che l’ha vista impegnata per circa un mese, con tanta fatica, ma molto entusiasmo, per la riuscita della magnifica serata di premiazione svoltasi il 29 agosto 2016.

Alessio Scuderi, autore dell’ebook del premio Città di Leonforte, ne ha illustrato la sua formattazione digitalizzata consultabile sul sito www.premioleonforte.it. in formato PDF o EPUB.

La band I Pupi di Surfaro, composta da Salvatore Nocera come voce solista, da Aldo Giordano alla chitarra, da Pietro Amico alla batteria e da Peppe Sferrazza al basso, è stata presentata al numeroso pubblico presente da Angelo Gervasi con l’annuncio del loro ultimo album dal titolo “Nemo profeta”, che è un disco e una buona musica senza orpelli, e del loro nuovo tour con partenza da Leonforte.

Il concerto è iniziato con il brano “Li me paroli”, scritto da Salvatore Nocera e arrangiato da Aldo Giordano, ove le parole sono descritte come bombe, è proseguito con “Quannu Diu fici a tia”, ove l’uso del dialetto, prettamente siciliano si apre a contaminazioni della lingua italiana, ma anche inglese, americana, è continuato con il pezzo musicale “Gnanzou” (verso della “Cialoma”) del musicista senegalese Jali Diabate contaminato con il mandingo-senegalese e poi con “Ruzaju”, contaminato addirittura con il sardo-ligure, l’unica cover del disco, un brano di Andrea Parodi, grande interprete della terra e del mare di Sardegna, recentemente morto di tumore.

La band ha inoltre eseguito Il brano “Il soldatino”, una filastrocca, un gioco linguistico, che parla di guerra (“scoppia la guerra, tutti giù per terra!”), il brano “Per amore, per la libertà”, una ballata in italiano di chi combatte per la libertà, composta da Aldo Giordano e scritto da Salvatore Nocera. A seguire i brani “Genesi”, “L’arca di Noè” che racconta una umanità fragile ed imperfetta e, a chiusura dell’album, il brano dal titolo “Soffio dell’anima”, che è una preghiera, una speranza, una dedica, un’apertura verso una dimensione più alta, spirituale all’amore.

Il riuscitissimo concerto della band I Pupi di Surfaro ha avuto termine con l’esecuzione di un loro vecchio, famosissimo brano, come cordiale saluto rivolto al pubblico plaudente, dal titolo “Suttaterra”, un underground del loro secondo disco, tratto da “Ciaula scopre la luna” di Luigi Pirandello, che inizia con il significativo verso “Me patri pi’ campari faciva ‘u surfararu, scavava suttaterra pi’ truvari pani”.

Giuseppe Sammartino

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