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Leonforte: “In balia di un attimo”, straordinario spettacolo teatrale sulla disabilità

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   A Leonforte, al Cineteatro Evolution dei fratelli D’Angelo, lo scorso venerdì 25 novembre, alla presenza di un pubblico delle grandi occasioni, è stato rappresentato lo spettacolo teatrale In balia di un attimo, incidente di scrittura in un tempo, realizzato sul progetto New Man, l’eroe che è in me, di reinserimento sociale degli infortunati gravi dell’Inail di Enna tramite un laboratorio teatrale finalizzato al potenziamento della loro creatività, ideato e promosso dalla responsabile dell’Ufficio, la dottoressa Irene Varveri.

   Il progetto, finanziato dall’Inail di Enna e accolto come innovativo dagli assicurati che hanno aderito con entusiasmo e partecipazione, ha coinvolto diversi partner territoriali quali il Comune di Enna, il Comune di Leonforte, il Damt (Accademia Musica Danza Teatro) e soprattutto la Compagnia Teatrale il Canovaccio di Leonforte.

    L’eccellente e coinvolgente rappresentazione teatrale, ispirata alle vite vere di uomini comuni che per capriccio del destino hanno subito degli infortuni non sanabili, è nato da un testo romanzato dalla scrittrice Gabriella Grasso, adattato nella drammaturgia per la sua messa in scena e magistralmente interpretato, come i grandi attori sanno fare, da Federico Fiorenza e Sandro Rossino della suddetta Compagnia Teatrale.

   Protagonisti del bellissimo spettacolo sono i diversamente abili, i cosiddetti uomini rotti, eroi di ogni giorno che cadono e si rialzano, che dubitano e si arrendono, che lottano e vincono, che si scoprono padri, amici, attori, che, interagendo alla pari con i sani, trasformano le loro disabilità in nuove abilità che li rendono forti e fieri della loro apparente diversa umanità.

   Storie, le loro, di infortuni e di incidenti, storie di persone vive e vere, di chi ha perso il lavoro nonostante la dedizione al lavoro.

   Storie che hanno lasciato emergere la povertà di un territorio dove a farla da padrone è spesso la mancanza di risorse e di iniziative atte a promuoverne il necessario progresso.

   Storie di vite come la nostra, che possono subire in un attimo, l’imprevisto, il cambio di direzione.

   Racconta uno degli assicurati: “Avevo sognato mio padre che mi cacciava fuori dalla tomba e mi diceva vattene, vattene, non è ancora tempo. Quella volta il sogno si rivelò vero. Facevo l’autista. Guidavo mostri. Camion che occupavano l’intera corsia di tutta una strada. Mi piaceva guidarli. Mi sentivo importante. Quella mattina un masso si sganciò e mi cadde addosso. Sarei dovuto morire, ma Dio mi ha salvato. Ancora lo sento il piede. Si chiama arto fantasma e anche se sono passati cinque anni dal quel 16 marzo ancora lo sento. Mi sogno con la gamba sana e pensi che una volta sono pure caduto dal letto convinto che il piede stava ancora là. Lo sento. Ci sono giornate nere. Ci sono momenti che … poi passano per fortuna”.

   Lo spettacolo ruota attorno ad un artista creatore di burattini (rappresentato da Fiorenza). Questi, distratto, muovendone le fila di un suo pupo che si rompe in una delle sue parti e non si muove più come prima, intende buttarlo nel fuoco come spazzatura da ardere.

   Allora denigra i suoi burattini malconci e difettosi perché la rottura di un pupo, se fortuita, è l’incidente che ne interrompe l’equilibrio. Si perde d’animo, si pone delle domande.

   Soltanto guardandosi allo specchio, potrà riascoltare quella voce gentile e garbata, la sua coscienza (rappresentata da Rossino), che gli fa comprendere che le sue marionette, come i diversamente abili, sono persone “bellissime e magnifiche” che vanno accolte, in qualsiasi circostanza e condizione di vita, in tutta la loro unicità.

   Per l’originalità del tema trattato, la bellezza del testo e della sceneggiatura, la cura e l’attinenza delle interviste degli assistiti  da parte di Gabriella Grasso e del video formattato e ben documentato dal fotografo Giuseppe Guagliardo di Art Studio Leonforte, il prossimo 6 dicembre lo spettacolo verrà riproposto al Teatro Garibaldi di Enna.

   Si consiglia vivamente di vederlo. Giuseppe Sammartino

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