Cronaca

La tragedia di Pergusa: in stato di fermo l’investitore Pasquale Mingrino

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 Si chiamava Maurizio Vaneria, era un lavoratore, un padre di famiglia, di due bambini che lascia insieme alla moglie a causa di un altro uomo che si chiama Pasquale Mingrino, catturato dagli agenti della Polizia stradale guidata dal vice questore aggiunto Felice Puzzo dopo meno ventiquattr’ore dal tragico investimento dopo un’intensa mobilitazione di quella che con soddisfazione il questore Antonio Romeo ha definito la “Squadra Stato”, ovvero la Squadra Mobile, guidata dal vice questore aggiunto Gabriele Presti, le Squadre Volanti, i  Carabinieri comandati da Paolo Puntel e la Polizia Locale guidata da Stefano Blasco. Un’operazione sinergica di Giustizia con la G maiuscola presentata nei particolari in conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica Massimo Palmeri, affiancato, appunto dai dirigenti sovrammenzionati, dal vice portavoce della Questura Giuseppe Sofia e dal  Sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Giovanni Romano. Ciascuno dei corpi ha fatto il proprio dovere fino in fondo  contribuendo alla celere cattura del pirata della strada. Hanno iniziato i Vigili Urbani, giunti immediatamente sul posto dopo il tragico evento. Gli agenti della Polizia locale hanno  effettuato i rilievi, consegnandoli alla Polizia scientifica e raccolto le testimonianze, che hanno consentito agli investigatori di poter risalire a Pasquale Mingrino. Importanti le registrazioni effettuate dalle videocamere di sorveglianza, fatte installare dal comune e fornite dai Vigili agli agenti della Mobile, poiché hanno consentito di rilevare come la vettura guidata da Mingrino fosse diretta verso il Bivio Capodarso. Ciò ha permesso agli investigatori di indirizzare le indagini verso le zone di Pietraperzia e  del nisseno. Il comandante Blasco si è complimentato con i suoi uomini che hanno lavorato ininterrottamente senza chiedere alcun compenso straordinario. Tuttavia il procuratore Palmeri ha fatto rilevare come le immagini registrate dalle videocamere (gestite dal Comune) non fossero di buona qualità. E Palmeri si è complimentato con il questore Romeo, e con gli altri funzionari, dicendosi soddisfatto per come la sia stata condotta  la vicenda. Maurizio Venaria era un lavoratore, padre di due figli, la cui unica colpa era quella di essere uno sportivo che dopo aver fatto il suo dovere di padre, di marito e di lavoratore, amava rilassarsi con la bicicletta o facendo joccing. Ma quella passione gli è stata fatale poiché a causa di un altro uomo, Pasquale Mingrino, per ironia della sorte nato lo stesso giorno, lo stesso mese, lo stesso anno, conosciuto alla Questura, con precedenti penali, perdeva la vita. Mingrino, ennese ma residente a Pietarperzia, catturato dalla Polstrada nella stessa cittadina mentre contrattava con un carrozziere la riparazione dell’autovettura danneggiata nel paraurti e nel parabrezza, avrebbe ammesso in presenza del suo difensore (Giovanni Palermo) le sue colpe, giustificandosi di essere stato abbagliato dal sole e di essere fuggito perché sprovvisto di assicurazione nell’autovettura che non gli apparteneva (i poliziotti stanno risalendo al proprietario). Intanto Mingrino è stato portato in carcere in stato di fermo ed il sostituto procuratore attende che il Gip convalidi l’arresto. Mingrino è indagato per i reati di omicidio stradale, omissione di soccorso e mancato pagamento di assicurazione. Palmeri ha assicurato che saranno effettuate delle perizie in merito alle dichiarazioni di Mingrino. Intanto c’è una vedova e due figli che piangono il marito e il padre che se fosse stato immediatamente soccorso forse potrebbe essere ancora vivo.image1

Mario Antonio Pagaria

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