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Giovedì 10 novembre l’incontro organizzato dalla Cisl con i Sindaci di Caltanissetta, Enna e Agrigento

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Come possono tre province delle aree interne della Sicilia attrarre investimenti e competere con le aree metropolitane che drenano la maggior parte delle risorse in Sicilia?A questo interrogativo si cercherà di dare risposte all’incontro organizzato dalla Cisl di Caltanissetta, Enna e Agrigento con i sindaci dei tre capoluoghi, Giovanni Ruvolo, Maurizio Di Pietro e Lillo Firetto previsto per giovedì 10 Novembre alle ore 10,30 nella Sala Degli Oratori di Palazzo Moncada.
Ad aprire i lavori sarà il segretario generale della Cisl delle tre province, Emanuele Gallo, che in una retlazione formulerà le proposte del sindacato per l’Area Vasta delle zone interne della Sicilia, rilanciando l’iniziativa già assunta dai tre Sindaci che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per una programmazione strategica comune.
La Cisl, già con il congresso del 2013, ha sposato questa visione, avviando un percorso di accorpamento delle tre provincie. “In buona sostanza abbiamo unificato tre debolezze  che messe assieme sono diventate una linfa rigeneratrice”,spiega il segretario generale.
aree-vaste-delle-zone-interne2Superare le logiche campanilistiche che in passato hanno diviso questi territori può contribuire a renderle tre province un polo di attrazione. Come dimostra l’esempio della cabina di regia tra Enna e Caltanissetta per progettare gli interventi dell’ “Agenda urbana”, pari a 38 milioni di euro.
Tutto ciò partendo proprio dai punti di debolezza, spesso comuni ai tre territori. Basti pensare ai dati sulla disoccupazione, in media al 23,9%, il doppio della media nazionale, o alle tante piccole aziende che hanno chiesto di accedere alla cassa integrazione.
Il Patto per il Sud, che ha privilegiatole città metropolitane, è emblematico di quanto sia indispensabile realizzare un programma comune dall’orizzonte più ampio. “Perché Solo un sistema organizzato ci porta a valorizzare le risorse in termini di turismo, agricoltura e industria”. Un percorso che oltre alla condivisione di tutti i sindaci, necessita di un coinvolgimento delle associazioni cattoliche e laiche e di tutta la cittadinanza.
Altro nodo che sarà affrontato è quello delle infrastrutture, le debolezze nei collegamenti stradali e ferroviari, nei servizi ospedalieri, nelle politiche che governano le risorse idriche e la frammentazione dei servizi di istruzione e formazione. “Problemi comuni che necessitano risposte adeguate e una visione che superi modelli campanilistici fallimentari”.
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