Cronaca

Blitz antimafia di Pasquasia: le dinamiche delle attività illecite

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Enna. Finalmente si comincia a far luce, grazie ai Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, diretti dal tenente colonnello Paolo Puntel e coordinati dalla Magistrtura Antimafia di Caltanissetta nelle persone dei sostituiti Giovanni Di Leo prima  e  Maria Carolina De Pasquale dopo, coordinati a loro volta dal capo della Dda Amedeo Bertone, su   quello che è il “mistero” per eccellenza in Provincia di Enna: “Pasquasia”. I Carabinieri, infatti, stanno facendo luce con oculate indagini su alcuni traffici di rifiuti tossici come il cemento amianto e materiale ferroso, che avrebbero coinvolto, il sodalizio criminale tristemente noto in Sicilia con il nome di “Cosa Nostra” e, degli undici soggetti coinvolti a vario titolo nell’operazione di questa notte, denominata “Bonifica Pasquasia” sarebbero coinvolti tre presunti appartenenti all’organizzazione mafiosa, quindi indagati dei delitti di concorso esterno in associazione mafiosa (per i soli tre destinatari della misura in carcere), nonché di attività organizzata per il traffico illecito  di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento di rifiuti tossici, alla commissione di reati di  peculato, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per atti contrari  ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale, falsità materiale commessa da un privato e induzione indebita a dare o promettere. Due sarebbero i noti imprenditori Antonino e Michele Berna Nasca, il primo di 43 anni ed il secondo di 36 ed il terzo il loro capo cantiere Giacomo Aranzulla di 60 anni. I tre sono stati ristretti in carcere in attesa che il Gip Francesco Lauricella convalidi l’arresto. Nella stessa tranche di indagini, ma forse all’oscuro del fatto che a muovere i fili fosse la mafia altri otto soggetti dei quali cinque sottoposti ad altre misure cautelari, per l’esattezza cinque agli arresti domiciliari,  quindi  Gattuso Pasquale, Bognanni Gaetano, Ferrarello Vincenzo, Mammo Zagarella Diego  e Consiglio Rosario mentre  tre alla misura di obbligo di presentazione alla Pg, ovvero per Mammo Zagarella Salvatore, Costanza Salvatore e Vecchio Eugenio. I Fatti. Solo i Berna Nasca e Aranzulla sarebbero ritenuti responasbli del delitto di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre gli altri, a vario titolo, sarebbero accusati di di attività organizzata per il traffico illecito  di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento di rifiuti tossici, alla commissione di reati di  peculato, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per atti contrari  ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale, falsità materiale commessa da un privato e induzione indebita a dare o promettere.  I Berna Nasca avrebbero trattato , secondo i riscontri dei Carabinieri,  con  Giacomo Aranzulla di Mirabella Imbaccari , soggetto che ha esercitato le funzioni di capo cantiere dei lavori di bonifica della miniera (che in effetti non sono mai stati svolti), il cui valore era di ben otto milioni di euro. Aranzulla sembrerebbe uomo di fiducia dell’imprenditore Pasquale Gattuso, il quale  a sua volta avrebbe avuto conoscenze “importanti” con imprenditori e soggetti mafiosi del catanese e del messinese le indagini, infatti,  hanno dimostrato che tale scelta è stata  dettata  proprio in funzione dei più che decennali rapporti e conoscenze con imprenditori e soggetti mafiosi delle province di Catania e Messina mantenuti dal GATTUSO, soggetto in grado quindi di potersi agevolmente confrontare e rapportare sia con i fornitori di servizi, sia con taluni soggetti vicini a contesti mafiosi  operanti nel  settore dello smaltimento. Le dinamiche sono quelle tipiche di “Cosa nostra”: “Io ti assumo il lavoratore, ti agevolo la ditta “tizio” di trasporti” e tu sai come mi devi favorire”. Ed il “Business” criminoso e delinquelnziale, come hanno detto il comandante provinciale Paolo Puntel e il comandante del Reparto operativo maggiore Giovanni Mennella che hanno presenziato alla conferenza stampa insieme al comandante del nucleo investigativo il capitano Sebastiano Runza,  stava proprio nell’aggirare le norme di smaltimento del cemento amianto , la cui pericolosità e cancerosità tutti conoscono   e nel vendere clandestinamente il rame proveniente dal sito di Pasquasia.  Fortunatamente i militari nel maggio del 2014 fermarono un camion con 5 tonnellate di rame ed arrestarono 5 persone e ciò diede l’avvio alle indagini. Giorni prima, sempre i militari, presso la zona industriale  di Catania, presso la ditta 1 Emme di Gattuso, sequestravano 115 pallets di cemento amianto, provenienti da Pasquasia, che ritengono, i militari, (che daranno ulteriori notizie) forse stavano per essere caricati per salpare a bordo di qualche mercantile per essere smaltiti illegalmente Le indagini hanno anche permesso ai militari di rilevare nel sito di Pasquasia  ingenti quantità di Sali potassici che sviluppano una naturale radioattività e ciò potrebbe spiegare molte cose. Sempre Gattuso avrebbe affidato alla società Archgeoambiente  una consulenza di servizi di topografia e contabilità, finalizzata a mascherare come prestazione professionale fatturata, una tangente di 120.000 euro, pari al 1,5% del valore dell’appalto arrotondato a 8.000.000,00 di euro, destinata in parte al Mammo Zagarella Diego. Le imputazioni mosse a carico di Bognanni Gaetano e Ferrarello Vincenzo, il primo Dirigente Superiore ed il secondo Ispettore del Corpo Forestale della Regione Siciliana. Verterebbero sui seguenti presunti  fatti: pur rivestendo incarichi di personale responsabilità commissionata dalla Regione Sicilia in ordine alla custodia del citato sito minerario, hanno in realtà tradito il proprio mandato, architettando il disegno criminoso di pretendere ed ottenere che il Gattuso Pasquale desse mandato di recuperare i rottami in ferro presenti nel sito ad un rottamaio di loro conoscenza, concorrendo, anche materialmente con lo stesso, nel successivo sistematico saccheggio ed asportazione di ingenti quantità di rame e materiale ferroso, ricevendone in cambio rilevanti corresponsioni di denaro e altre utilità. Consiglio Rosario Consiglio, impiegato dell’Ente Cassa e Scuola Edile Cpt di Enna, amministrata pariteticamente dail’ Ance (Associazione Nazionale Costrutturi Edili) e dai Sindacati Confederali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil sarebbe indagato per aver presuntivamente concorso nella concessione di false abilitazioni connesse ai patentini di primo soccorso, dietro illecito compenso.  Ovviamente le indagini potrebbero avere una prosecuzione.

Mario Antonio Pagaria

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