Fabio Venezia: “La nuova riforma del codice Antimafia tutela le imprese oneste”
Troina – La riforma del Codice Antimafia nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2013 da 120mila cittadini e promossa da diverse associazioni con l’obiettivo di dare maggiore efficacia alle norme sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Soddisfazione per l’ approvazione della nuova normativa è stata espressa dal sindaco di Troina Fabio Venezia, in prima linea contro la criminalità organizzata.
Dopo discussioni, confronti e audizioni e dopo che il testo originario è stato arricchito dai contributi nelle commissioni Antimafia e Giustizia, la nuova legge rende finalmente organica la normativa antimafia relativa ai beni confiscati e sequestrati. La frammentarietà delle norme e le criticità emerse nel corso degli anni, infatti, portava più del 90% delle imprese sottratte alla criminalità organizzata a fallire dopo la confisca o il sequestro.
La nuova legge si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle dritte al cuore, cioè nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro.
Solo così possiamo tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l’odiosa convinzione che “la mafia dà lavoro, lo Stato no” .
Tra le misure contenute:
- le modifiche al ruolo e alle funzioni dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
- l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito delle aziende sequestrate;
- l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi;
- la tutela dei terzi creditori;
- la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari;
- la delega al Governo per individuare specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate;
- le misure contro il caporalato.
Principali obiettivi
– rendere più efficace, tempestiva e trasparente l’adozione delle misure di prevenzione patrimoniale (sequestro e confisca più incisivi), trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti;
– istituire presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal Codice antimafia;
– favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro, in particolare con l’istituzione di un fondo e con altre misure dirette a sostenere la prosecuzione delle attività e la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali;
– garantire una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee allo svolgimento dell’incarico e di rotazione negli incarichi;
– riorganizzare e rafforzare l’Agenzia nazionale per i beni confiscati;
– estendere i casi di confisca allargata di cui all’art. 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992;
– garantire in modo sempre più efficace i terzi di buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro.