Pagano (Lega): “Proposte fuori dalla realtà, su grano duro italiano mistificazioni a danno categoria”
“I grillini sono fuori dal mondo, non conoscono la realtà. L’ennesima conferma l’abbiamo avuta con le loro proposte programmatiche sull’agricoltura per la Sicilia. Fare un distinguo tra il grano duro siciliano, o meglio quello del Mezzogiorno d’Italia, con il grano duro che si produce nel resto del mondo, in particolare in Paesi freddi dove per portarlo a maturazione per forza si devono usare fitofarmaci tossici e dannosi, è sacrosanto, ma mettere sulla stessa bilancia tutto il grano duro italiano paragonandolo per caratteristiche tossiche a quello estero è una follia”. Così il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini in una lucidissima analisi, commerciale e agroalimentare.
“I grani antichi non sono la risposta che risolve i problemi del mondo produttivo agricolo. Anzi in un certo senso fanno proprio il gioco degli industriali e degli importatori. Mentre noi impegneremo le nostre superfici agricole a produrre grani da cui derivano pochi quintali a ettaro, sperando di vendere pasta e pane a prezzi astronomici (scenario impensabile vista la crisi), gli importatori e gli speculatori infatti aumenterebbero le importazioni. La battaglia, quindi – aggiunge Pagano – va fatta a protezione del buon grano duro italiano, a prescindere se sia antico o no.
Perché comunque si tratta di grano di ottima qualità e soprattutto salubre, a tossine zero come è il nostro grano. Confondere inutilmente il consumatore, ignaro della realtà, è alquanto meschino e dannoso per tutto il comparto agricolo italiano, sia che produce grano, latte, carne, ortofrutta. Quindi finiamola di creare o far passare messaggi sbagliati, cercando strumentalmente di identificare cibo sano e agricoltori di serie A e di serie B. Il nemico è la globalizzazione selvaggia e senza regole, a uso e consumo delle multinazionali mondiali, come dimostra anche la sentenza di ieri della Corte di giustizia Ue sulla coltivazione degli Ogm. Questi palliativi non sono altro che un modo fuorviante per non affrontare i reali problemi e non combattere i veri nemici della nostra agricoltura”, conclude Pagano.