Cronaca

La madre che uccise le due figlie era incapace di intendere e di volere

savatta

Quando ha ucciso le due figlie, le piccole Gaia e Sofia Trainito, la quarantunenne Giuseppa Savatta non era capace di intendere e di volere. A questa conclusione sono arrivati i periti nominati dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Gela Lirio Conti. Gli specialisti Isabella Merzagora, Roberto Catanesi e Carlo Monteleone hanno definito le loro conclusioni in una relazione e, oggi, le hanno ribadite nel corso dell’incidente probatorio in tribunale. Sono stati sentiti proprio dal gip e hanno risposto alle domande dei pm della procura e dei legali delle parti. I componenti del collegio peritale avevano già richiesto una proroga del termine inizialmente concessogli per completare le visite e le verifiche sulla donna. A spingere su una perizia psichiatrica, dopo quanto accaduto nell’appartamento di via Passaniti, dove le due bambine vennero trovate prive di vita, sono stati i legali di difesa della quarantunenne, gli avvocati Pietro Pistone e Maria Luisa Campisi. I difensori hanno ritenuto necessario valutare il suo stato mentale al momento dei fatti. I periti, inoltre, avrebbero concluso per la pericolosità sociale della Savatta. Nel corso dell’esame, domande sono arrivate anche dai legali del padre delle bambine e dei suoi familiari, gli avvocati Flavio Sinatra e Giovanni Giudice, che dal primo momento seguono il procedimento penale avviato. Tutte le parti, inoltre, sono assistite da propri consulenti, incaricati di valutare il contenuto della relazione presentata dal collegio scelto dal gip.

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