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Presentato “Mafia balorda” un libro-inchiesta sulla mafia ennese

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   Successivo al libro “La mafia in Provincia di Enna. Una storia negata”, nel quale, attraverso le sentenze giudiziarie, sono raccontate le vicende di mafia avvenute in Provincia di Enna nei precedenti venti anni per farci conoscere che “esiste ed è forte più che mai”, nella piazza Stati Uniti d’Europa di Nissoria, il coraggioso giornalista leonfortese Josè Trovato ha presentato la seconda edizione del libro “Mafia Balorda” così etichettata perché in prevalenza è composta da “balordi che si mettono al servizio della criminalità organizzata per pochi spiccioli”.

   Questo dettagliato e prezioso libro sulla mafia ennese, Josè Trovato l’ha scritto allo scopo di raccontarla “in prima persona, per come la vedo io” perché, come un dovere morale di ogni cittadino, “l’unico strumento per sconfiggere la mafia è la denuncia  e nel suo caso la parola, lo scritto”.

   Un libro che va letto e può essere utile alle Istituzioni pubbliche e private e a tutti i cittadini che vogliono il riscatto sociale e civile della ex Provincia di Enna, perché è una mappa documentata, con nomi e cognomi, Comune per Comune, sulla mafia ennese, aggiornata in questa edizione con le minacce al sindaco di Troina, Fabio Venezia, l’incendio del portone di casa del sindaco di Pietraperzia, Antonio Bevilacqua, la costituzione della Associazione antiracket e antiusura Lana composta dai Comuni di Leonforte, Agira, Nissoria, e Assoro e presieduta dall’imprenditore edile Gaetano Ficarra di Agira. Quest’ultimo nel suo breve intervento ha ricordato che nella lotta alla mafia va seguita sempre la via maestra della legalità e punto di riferimento in primis devono essere le Istituzioni e gli organi dello Stato.

   Un libro, che, con il mettere in risalto la presenza della mafia in Provincia di Enna, ivi compreso il Comune di Nicosia, rende attuale la necessità del ripristino del tribunale e del carcere nicosiano a causa dell’aumento dei furti nelle case e nei negozi, degli attentati incendiari e delle estorsioni contro gli imprenditori e i commercianti.

   L’interessante, pregevole libro di Josè Trovato è stato presentato nei dettagli dalla scrittrice  Maria Angela Casano, che, dopo aver accennato alla positività del suo acquisto da parte di una ragazza di dieci anni, della sua nascita in diretta nei tribunali, del linguaggio di strada quale tipo di scrittura, ha sottolineato che esso è una risposta a chi dice che ad Enna non esiste la mafia.

   La Casano, autrice con Angelo Cacciato del libro “Misteri e verità nella vita di un medium”, per mettere a fuoco l’attualità del libro e la sua importanza sociale e culturale, ha intervistato l’autore e Paolo Garofalo, sociologo ed esperto di comunicazioni, già sindaco del Comune di Enna.  Questi,  nelle sue argomentate risposte, oltre a sottolineare la piacevolezza del libro e che Josè Trovato scrive meglio di come parla, aver detto che la mafia è una porcata e non ha mai rispettato mai i bambini e le donne, ha contestato l’utilità del carcere duro, nato come azione di contrasto alle rivolte all’interno delle carceri, perché impedisce la rieducazione del delinquente.

   Il sindaco Armando Glorioso ha ricordato che le stragi Falcone e Borsellino hanno segnato uno spartiacque con un passato di omertà sulla mafia perché la gente ha avuto finalmente il coraggio di scendere in piazza e ha annunziato che il libro sarà dato in omaggio agli studenti di Nissoria.

   Suscitando l’applauso generale degli intervenuti, commovente è stata la riproposizione di Maria Angela Casano anche al sindaco di Nissoria di dedicare ad Elisa Valenti di Leonforte, uccisa a Nissoria il 30 giugno 1999 assieme al fidanzato Filippo Musica, alla quale la Prefettura e il Ministero dell’Interno hanno riconosciuto lo status di “vittima incolpevole della mafia”, una via, una piazza o una stele perché “una comunità che non onora le proprie vittime non ha dignità”.

   Ha concluso i lavori Josè Trovato, con il dire che la storia della mafia in Provincia di Enna da alcuni anni è cambiata grazie all’impegno quotidiano della Dda e dei poliziotti, al coraggio civile degli imprenditori che hanno incominciato a denunciare il fenomeno dell’estorsione.

Ha sottolineato che ogni capitolo del suo libro, che per lui è un romanzo criminale vissuto personalmente, è una storia a sé e va letto per intero perché da un quadro generale della mafia presente e ancora temibile nel territorio ennese.

Giuseppe Sammartino.

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