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Senato: Fondo per lo sviluppo strutturale per i borghi con meno di cinquemila abitanti

I comuni italiani che non superano i cinquemila abitanti saranno adesso tutelati per legge. E’ stato, infatti, approvato in Senato il disegno di legge scritto per contrastare il progressivo spopolamento dei borghi.
Il ddl sottoscritto come primo firmatario dal presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, è stato approvato in via definitiva con 205 sì e 2 astenuti.

Sono 5.591 i piccoli comuni italiani, tremila dei quali praticamente disabitati. Dal 1971 a oggi, duemila di questi borghi hanno subito un calo di abitanti superiore al 20%. Un calo drammatico che adesso si tenterà di contrastare con politiche volte a promuovere uno sviluppo economico sostenibile e una crescita sociale, ambientale e culturale.
La nuova legge istituisce un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2017, e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023.

I piccoli comuni, derivanti anche dalle fusioni delle municipalità con meno di 5 mila abitanti, potranno adesso riqualificare i propri centri storici, individuando aree di particolare pregio verso cui indirizzare interventi integrati pubblico-privati. Potranno, inoltre, essere istituiti centri multifunzionali per i servizi, anche stipulando convenzioni per i servizi postali e i trasporti, si potrà puntare alla banda ultra-larga ed altresì alla promozione dei mercati di prodotti locali.
Il testo approvato prevede inoltre la distribuzione facilitata dei farmaci e la possibilità che le farmacie eroghino altri servizi; finanzia il rimboschimento e il contrasto del dissesto idrogeologico con la stipula di convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricolo-forestali del territorio.

Lo spirito della nuova legge punta dunque praticamente a sciogliere i nodi che strangolano le piccole realtà amministrative garantendo interventi in materia di ambiente, protezione civile, istruzione, sanità, servizi socio-assistenziali, trasporti, viabilità e servizi postali.
Secondo l’Anci, i piccoli comuni tutelati dalla nuova legge rappresentano il 69,9% dei comuni italiani e occupano il 54% del territorio nazionale, ospitando 11 milioni di abitanti.
Tra i criteri per la ripartizione dei fondi, la legge individua “i comuni in aree con dissesto idrogeologico, con decremento della popolazione residente, con disagio insediativo, con inadeguatezza dei servizi sociali essenziali”.

I primi cento milioni sono destinati al finanziamento di investimenti per tutela dell’ambiente e beni culturali, mitigazione rischio idrogeologico, salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici, messa in sicurezza di infrastrutture stradali e istituti scolastici, promozione e sviluppo economico e sociale, insediamento di nuove attività produttive. A queste risorse si aggiungono altri 54 milioni per la progettazione e la realizzazione del sistema nazionale di ciclovie turistiche. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge i piccoli Comuni potranno presentare progetti e accedere a bandi pubblici. Inoltre, avranno la precedenza nell’accesso ai finanziamenti per la banda larga.

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