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Il flop dell’alternanza scuola-lavoro: ecco i dati FdS per la Provincia di Enna

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Enna – In tutta Italia l’inserimento obbligatorio di un percorso di alternanza scuola-lavoro è stato al centro di un amplio dibatitto: decine e decine sono state le discussioni in TV, altrettanto numerose quelle presso le sedi ufficiali, pochissime sono state però le occasioni in cui si è dato spazio ai veri protagonisti di questa rivoluzione scolastica, appunto, gli studenti. A questo punto noi di FdS ci siamo chiesti: cosa ne pensa di un tale cambiamento il mondo della scuola? Come lo stesso ha reagito all’inserimento di un’alternanza scuola-lavoro obbligatoria? A differenza di altri noi non abbiamo avuto la presunzione di prendere una posizione da soli: a nostro parere devono essere gli studenti a dettare una linea guida a sindacati e partiti, non, come spesso accade, viceversa. Per questo motivo negli ultimi mesi ci siamo spesi affinché gli stessi studenti potessero esprimere una propria opinione facendo somministrare un questionario anonimo a tutte le classi terze dei licei della Provincia di Enna. Grazie al duro lavoro dei circoli di Enna, Piazza Armerina, Nicosia, Assoro e Leonforte (coaduvati dai rappresentanti d’istituto delle scuole, sin da subito parte attiva di quest’iniziativa) che hanno somministrato centinaia di questionari e grazie al circolo di Calascibetta che li ha esaminati uno per uno con un attento lavoro di analisi, oggi anche noi della Federazione degli Studenti di Enna siamo nelle condizioni di poter prendere una posizione sulla base non di mere considerazioni politiche ma di dati oggettivi e consapevoli.

I dati che emorgono sono preoccupanti: 2 studenti su 3 dichiarano in generale il proprio percorso di alternaza scuola-lavoro poco o per niente produttivo dal punto di vista delle competenze acquisite. Di contro un simile dispendio di tempo (lo ricordiamo, 200 ore di alternanza per i licei e 400 per gli istituti tecnici) risulta dannoso per l’apprendimento: quasi il 60% degli studenti lamenta la difficoltà a conciliare studio e alternanza (molte scuole ci segnalano addirittura di aver passato 5 ore di alternanza consecutive in orario pomeridiano il giorno prima di una verifica di fine anno, ore che hanno impedito agli stessi di poter ripassare prima dei test).

L’alternza, che dovrebbe in teoria formare e preparare il singolo, in pratica viene imposta dall’alto senza tener conto delle esigenze private di ogni studente almeno nel 75% dei casi (c’è da precisare, ci dicono i rappresentanti d’istituto, che la responsabilità di tale scelta non è quasi mai da attribuire alle scuole che tra il creare dei percorsi di alternanza in maniera veloce e forfettaria e il rischio di vedere un’intera classe non ammessa agli esami hanno scelto il male minore, considerando che, lo precisiamo per i meno informati, se uno studente non svolge tutte le ore previste non può accedere agli esami di maturità). L’alternza scuola-lavoro si rivela quindi non coerente col proprio percorso di studi nel 57,35% dei casi e non in linea con la professione che si vorebbe intraprendere al compimento degli studi (e di conseguenza dalla dubbia utilità) al 77,98%.

Nella nostra provincia sono moltissimi i pendolari extraurbani o, nel caso di una città più vasta quale Enna, gli studenti che per muoversi hanno comunque bisgono del sussidio di un mezzo di trasporto pubblico: il MIUR non ha previsto tale esigenza e quindi il 74,3% degli intervistati deve pagare di tasca propria gli spostamenti dato che le scuole, già dissipate dai continui tagli, non possono permettersi ulteriori spese (come se i costi di libri, cancelleria, trasporti curriculari etc. non gravassero già abbastanza sui bilanci delle famiglie). Ultima nota dolente: il 26% degli studenti dichiara che avverte un abuso da parte del proprio “datore di lavoro” che sfrutta una mano d’opera poco qualificata ma pur sempre gratuita e obbligatoria. Sarà pure una percentuale esigua matematicamente ma per noi è gravissima anche la percezione di un solo abuso di questo tipo.

L’analisi di questi dati non richiede ulteriori commenti. Ancora una volta le scuole (che ci teniamo a sottolinearlo, sono vittime tanto quanto gli alunni di questa riforma e che anzi spesso tentano nonostante i pochi mezzi a disposizione di tappare le falle del MIUR) devono adattarsi a delle direttive imposte dall’altro come se si stesse parlando di aziende e non di persone e farne le spese sono, come sempre, gli studenti. I leader politici che hanno promosso e sbandierato questa riforma (tra tutti l’ex premier ed attuale segretario del PD Matteo Renzi) hanno deciso di valorizzare i “millennials” facendoli entrare nella Direzione Nazionale del Partito Democratico: non sarebbe stato meglio valorizzarci sentendo la nostra opinione, ad esempio sull’ alternza scuola-lavoro, prima di una sfida elettorale piuttosto che di un’altra? Per conoscenza abbiamo deciso di inviare questi dati ad un’Onorevole dello stesso partito di Renzi, l’Avvocato Maria Greco (che in verità a onor del merito si è sempre dimostata sensibile ai nostri disagi ed alle nostre esigenze) ed abbiamo deciso di farlo proprio perché noi crediamo nel valore della politica: magari sarà lei stessa, tra una Direzione e l’altra, a consegnare questi dati proprio al Segretario Renzi (che in ogni caso riceveremmo con gioia qualora volesse sentire pure noi).

Il portavoce provinciale della Federazione degli Studenti di Enna.

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