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Troina: Precisazione del sindaco Venezia dopo l’ apertura del Centro per immigrati

Troina – Ecco cosa ha scritto il sindaco di Troina dopo l’ apertura di un centro per immigrati.
“Come è mio solito, anche se con un pò di ritardo, voglio informare i cittadini in merito all’ apertura da parte di privati di un Centro di accoglienza per immigrati a Troina.
Ho aspettato diversi giorni prima di scrivere questo post riflettendo e cercando di capire meglio come stavano realmente le cose.
A scanso di equivoci voglio anzitutto precisare che il Comune non c’entra nulla e non ha dato nessuna autorizzazione ad aprire il centro. Giovedì scorso intorno alle 21.00 ho ricevuto una chiamata dalla Prefettura con la quale mi è stato comunicato che sarebbero arrivati degli immigrati a Troina poiché una cooperativa catanese aveva partecipato ad un bando del Ministero dell’Interno affittando un immobile a Troina.
Il giorno seguente mi sono premurato di contattare questa cooperativa e il proprietario dell’immobile chiedendo loro informazioni sull’apertura di questo Centro e sull’arrivo degli immigrati. Sono andato anche a fare un sopralluogo e ho constatato che i 15 immigrati provengono dall’Africa centrale (Congo e Costa D’Avorio). Ci sono anche due donne e due bambini di tre e cinque anni.
Al fine di venire incontro alle legittime preoccupazioni da parte di diversi cittadini, ho avvertito il comandante della Stazione dei Carabinieri di Troina chiedendo in controllare il centro e intensificare i controlli. Ho chiesto per la prossima settimana un incontro al presidente della Cooperativa che ha aperto il centro.
L’unico rammarico che ho è che la comunità poteva essere coinvolta prima in questa vicenda e invece ha subito la decisione dall’alto. Vorrei anche cogliere l’occasione per rendere pubbliche alcune impressioni personali a seguito del sopralluogo effettuato.
Da quello che ho percepito mi sembrano delle persone tranquille ed educate che hanno manifestato l’intenzione, dubito dopo il riconoscimento di rifugiati, di andarsene dall’Italia per raggiungere i loro connazionali nei Paesi europei. Mi hanno molto commosso i due bambini. Sapere che sono stati per cinque giorni in un barcone e hanno attraversato il Mediterraneo rischiando la vita per sfuggire insieme alle loro mamme dalla fame e dalla guerra mi ha molto rattristato.
La bambina che vedete nella foto, a cui stamattina abbiamo portato un uovo di pasqua e dei giocattoli di mia figlia (dovevate vedere la sua felicità: non aveva mai visto prima una bici), ha perso il padre alcuni mesi fa (morto in mare durante la traversata).
Da amministratore che giorno per giorno sta sulla prima linea della trincea per aiutare chi ha bisogno comprendo benissimo la preoccupazione e a volte anche la rabbia di alcuni cittadini, soprattutto da parte di chi ha perso il lavoro e si trova a fare i conti con la crisi.
Vedere che i governi europei lasciano al proprio destino chi è in difficoltà e senza lavoro e poi invece spendono miliardi di euro per le spese militari e per l’accoglienza (quando invece questi disperati possono essere aiutati a costruirsi un futuro nelle loro terre di origine) mi amareggia molto. Dobbiamo ricordare a noi stessi e chi ci governa ai vari livelli che i nostri aerei e le nostre bombe hanno distrutto le loro case e hanno ucciso i loro parenti.
La guerra ha portato nei loro Paesi miseria e morte. Comprendo benissimo che gli istinti ci portano sentimenti di paura e rabbia, però la reazione che dobbiamo avere non può essere quella di prendercela con queste persone disperate e indifese che sfuggono – ripeto – dalla fame e dalla guerra. Dobbiamo criticare e combattere questa visione miope e sorda della politica e, allo stesso tempo – non dimenticando che i nostri antenati furono un popolo di migranti, dall’America all’Europa – non girarci dall’altra parte e, ove possibile, tendere la mano a chi è nella sofferenza e nel bisogno, anche attraverso piccoli gesti.
Vedere l’altro ieri Papa Francesco durante le funzioni religiose del Giovedì Santo lavare i piedi agli immigrati mi ha profondamente commosso e segnato. So che non tutti condivideranno queste mie parole e qualcuno magari non mi voterà più, ma onestamente preferisco perdere il consenso e non svendere i miei valori sulla base di convenienze politiche. Auguri di Buona Pasqua a tutti. E che sia una Pasqua di resurrezione all’insegna della solidarietà e della carità.”
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