Categories: Cronaca

Sequestrati falsi Rolex venduti su FB, denunciato catanese

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza hanno sottoposto a sequestro decine di orologi a falso marchio Rolex, nonché relativi accessori, posti in vendita sul web attraverso le pagine del social network Facebook e denunciato un responsabile. L’attività è scaturita dal monitoraggio della rete internet, sempre più utilizzata anche per traffici illeciti, nell’ambito dei quotidiani servizi svolti a contrasto della contraffazione. Le attività investigative svolte dai finanzieri del Gruppo di Catania hanno consentito di individuare, in particolare, una pagina Facebook dove erano pubblicati annunci e fotografie di numerosi orologi di pregio, posti in vendita a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato. Attraverso lo sviluppo delle preliminari evidenze acquisite, gli investigatori delle fiamme gialle hanno individuato il soggetto che gestiva tale area web e verificato che i prodotti posti in vendita fossero contraffatti. Pertanto, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Catania, è stata eseguita una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di un trentenne catanese dove sono stati scoperti numerosi modelli ROLEX, quali “Yachtmaster”, “Datejust”, “GMTMaster II”, “Submariner” ed “Explorer II”, comprensivi di confezioni, certificati e sigilli di garanzia, tutti rigorosamente e abilmente contraffatti. La ricostruzione operata dai finanzieri ha permesso di accertare come i prodotti di orologeria fossero approvvigionati, sempre via internet, da piattaforme on line di ecommerce allocate in paesi dell’est-asiatico (in particolare Hong Kong), e successivamente rivenduti, come testimoniato dalle molteplici ricevute di spedizione rinvenute, non solo a Catania, ma su tutto il territorio nazionale. A conclusione dell’attività, i militari hanno proceduto al sequestro, oltre che di accessori, quali cappellini a logo Rolex, bustine e confezioni, di 20 orologi Rolex, risultati acquistati a un costo oscillante tra i 50 e 100 euro e rivenduti, a seconda del modello, a un prezzo tra i 150 e 400 euro. Il responsabile è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per il reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, vendita di prodotti industriali con segni mendaci nonché per ricettazione. Il fenomeno descritto fa emergere un sistema utilizzato sempre più su larga scala, fondato sull’estrema polverizzazione dei soggetti, anche nazionali, che offrono beni sulla rete internet, nonché la possibilità di avviare un’”impresa illecita” con un ridotto impiego di capitali e in poco tempo, senza nemmeno la necessità di disporre di grandi spazi per lo stoccaggio.
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