È destinata a suscitare molto scalpore l’inchiesta della magistratura etneasu un giro diprostitutead Acireale. Tra i13 indagatiper favoreggiamento e induzione alla prostituzione ci sarebbero facoltosiimprenditori, bancari, commercianti e impiegati statali.Tra gli altri, a rischio potrebbero esserci anche unispettore di polizia municipale e un impiegato delle poste.
Come riportato dal quotidiano La Sicilia, a elargire il servizio erano irreprensibiliimpiegate con ruoli di responsabilità in settori pubblici, che nel tempo libero gestivano e animavano uno strutturato giro di squillo.
I contatti erano gestiti telefonicamente. Gli incontri avvenivano inappartamentipresi in affitto incentro cittàe nellaperiferia acese,messi a disposizione da una delle indagate. In alcuni casi i rapporti potevano consumarsi inautoo, più raramente, nelretro bottegadi attività commerciali.
Le prestazioni vantavano un tariffario che andava da cento fino ad arrivare anche a diverse migliaia di euro perincontri di gruppo. Alcuni sconti, invece, potevano essere effettuati aiprocacciatori d’affari,che garantivano sempre nuova clientela.
A far scattare le indagini è stata lareazionescomposta di uno dei clienti, unagente di commercio di Palermo: l’uomo respinto da una delle donne del giro di cui si era innamorato, per vendetta haripreso i loro incontri, inviando le immagini al marito della donna.
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