Ennesimo successo nella lotta alla droga da parte dei Carabinieri della compagnia di Nicosia, guidata dal capitano Marco Montemagno, agli ordini del Comando Provinciale di Enna retto dal tenente colonnello Paolo Puntel. Lo ha annunciato, con soddisfazione, ieri in conferenza stampa, ringraziando, ovviamente, l’Arma, per il lavoro svolto, il Procuratore della Repubblica Massimo Francesco Palmeri. L’operazione, che ha portato, dopo minuziosi rastrellamenti effettuati grazie al prezioso aiuto del Corpo Forestale della Regione Siciliana diretto dall’ingegnere Salvatore Bonsangue, alla scoperta di una vasta piantagione di marijuana nelle campagne di Regalbuto, è stata coordinata dal sostituto procuratore Francesco Rio e si innesta in una campagna investigativa più ampia, in atto in quelle zone, ormai da un periodo abbastanza lungo. La zona del regalbutese, difatti, per caratteristiche orografiche ma anche per possibilità di occultamento si presta alla coltivazione della cannabis e sembra che ultimamente sia territorio privilegiato scelto da criminali del catanese ma anche indigeni per impiantarvi coltivazioni “industriali”.
E sembra proprio che la “nostra” avesse carattere “industriale”: ben nascosta in luogo difficilmente raggiungibile e mascherata da un uliveto, situato nell’isolata contrada Sisto, ampia circa 2000 metri quadrati, dotato di un moderno impianto di irrigazione, con l’energia elettrica allacciata abusivamente (sono stati denunziati anche per questo), dotata di circa ben 1693 piante alte ognuna 4 metri e già mature quindi pronte per la “mietitura” e la relativa essiccazione che avveniva in un attrezzatissimo e climatizzato (per la deumidificazione) casolare apparentemente abbandonato situato nello stesso terreno. Le piantine sono state tutte estirpate e portate nei laboratori per accertare (l’ovvia) l’autenticità dello stupefacente. Va sottolineato che i militari, dopo l’ efferato assassinio del maresciallo Silvio Mirarchi a Marsala in un contesto operativo simile , agiscono, in queste investigazioni, con molta prudenza, poiché non sanno chi potrebbero trovarsi davanti. E i due pusher- coltivatori, sono due catanesi pluripregiudicati che sono stati colti in flagrante ieri mattina, dopo due settimane di appostamenti presso la piantagione. Si tratta di Napoli Antonio, classe 1966 e Cuciuffo Roberto, classe 1969. Ma gli inquirenti ritengono che l’organizzazione sia più ampia ed articolata per cui sono ancora in corso indagini. Al momento, il procuratore Palmeri ha escluso, rispondendo alla domanda di un collega, che esistano collegamenti con la mafia, ma le indagini sono a 360 gradi. Va sottolineato che appena un mese fa in contrada Carcaci era stata scoperta un’altra piantagione di circa 120 piantine. Le piante scoperte, una volta immesse nel “mercato” avrebbero propdotto un “utile” di circa 680 mila euro. I due sono stati condotti in carcere in attesa di convalida del Gip.
Mario Antonio Pagaria
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